SERGIO GIOLI
Editoriale
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Sesso, soldi e diritti

L'ultima trovata del politicamente corretto rischia di trasformarsi nell'apoteosi del politicamente scorretto. Parliamo della destinazione turistica LGBTQ+ friendly (cioè amichevole nei confronti di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e transessuali, queer e altre identità), con tanto di certificato e bollino di riconoscimento. Si tratta di un protocollo per gli operatori turistici ideato da un gruppo privato, protocollo avallato (ecco la novità) dalla Regione Emilia-Romagna. In estrema sintesi, per avere il patentino in questione, hotel e affini devono garantire l'inclusività negli ambienti di lavoro, devono partecipare a corsi di formazione orientati all'accoglienza dei viaggiatori LGBTQ+ e devono creare pacchetti e itinerari specifici. L'ultimo punto, cioè l'offerta specifica per quel tipo di pubblico, è l'unico che ha effettivamente senso, sia pure in una logica di mercato. Ma i primi due, oltre che bizzarri, rischiano di essere controproducenti. La struttura friendly, si dice, deve garantire l'inclusività dei dipendenti e l'accoglienza adeguata dei viaggiatori LGBTQ+. Perché, le altre strutture no? Gli hotel unfriendly sono forse autorizzati a negare i medesimi diritti ai propri dipendenti? Oppure a trattare bene o male gli ospiti in base al loro orientamento sessuale? Secondo questa bizzarra logica, chi non ha il bollino può fare impunemente strame dei principi della Costituzione e delle leggi italiane? Ovviamente non è così. Allora perché creare un recinto ideologico, un circuito esclusivo, anziché inclusivo, dove la comunità LGBTQ+ è trattata diversamente rispetto a ciò che, seguendo il ragionamento, accade al di fuori dello steccato? La risposta è semplice: marketing. Secondo i promotori, in Italia il valore del turismo LGBTQ+ ha un giro d'affari di 9 miliardi e il turista arcobaleno si distingue per un elevato potere d'acquisto. Dunque, non di diritti stiamo parlando, ma di soldi. Ai pochi ingenui che sognano ancora un mondo libero da marchi, etichette e bollini, senza recinti né discriminazioni, senza differenze di gusti sessuali, religione e colore della pelle, resterà l'amaro in bocca. Poco male. È il capitalismo, bellezza.