Editoriale

Spazio ai giovani

Bologna, 22 marzo 2023 – I francesi fanno shopping in provincia di Bologna e si portano a casa un'altra eccellenza italiana. Il passaggio di mano della Viro, gioiellino nel settore dei lucchetti, venduta dalla famiglia Innocenti alla multinazionale Sfpi impone diverse riflessioni sul sistema economico italiano. Certo, questa operazione permetterà alla Viro di crescere dagli attuali 16 milioni di euro di fatturato, di allargarsi ulteriormente all'estero e di contare su nuovi investimenti con ricadute positive sull'occupazione. Buone notizie, ma la prima domanda è: perché non comprano mai gli italiani? O meglio, perché non sono loro a investire? In Emilia Romagna ormai le grandi operazioni sono ad opera di aziende con radici straniere oppure di italiane che sono di proprietà straniere. Guardando a questi ultimi giorni, ad esempio, si nota come i numeri straordinari di Lamborghini e Ducati abbiano una trazione tedesca, così come i super investimenti di Philip Morris a Bologna non sono certo pensati in Italia; ancora, gli yacht Ferretti che puntano sulla cantieristica a Ravenna hanno un cuore cinese, gli informatici della Ntt che assumono sempre sotto le Due torri sono giapponesi. E gli italiani? Non pervenuti. Questa terra è piena di idee edi talenti, i marchi nati e cresciuti qui lo dimostrano, ma forse si è persa una certa spinta imprenditoriale. Purtroppo alla finestra dell'economia non si vede affacciarsi una nuova razza di imprenditori. E non per incapacità, ma probabilmente per il cronico male italiano non lasciare spazio ai giovani. Ecco, invece, servirebbe un'apertura maggiore ai manager in erba, alle nuove leve che possono portare idee innovative e che soprattutto rischiano, spesso vincendo. Una classe imprenditoriale datata, come la nostra, è inevitabilmente portata alla conservazione di quanto costruito senza ulteriori spinte. Riflettiamoci. Per evitare che pian piano nelle nostre aziende si pensi solo in una lingua straniera.