Giovedì 20 aprile, ore 9,30, Corte di Giustizia Europea, Lussemburgo: sarà l'ora del giudizio? Bolkestein, spiagge, bandi, aste: lo spauracchio aleggia sopra i bagnini italiani ormai da 17 anni, ma ora, più che mai, si avvicina il momento della verità, finora sempre rimandato. In teoria (ma prima o poi, a torto o a ragione, anche in pratica) dal 1° gennaio 2024 gli stabilimenti balneari dovranno essere messi all'asta. E ciò vuol dire che la famiglia Rossi di Pinarella di Cervia che ha comprato un bagno metti dieci anni fa, l'ha pagato alcune centinaia migliaia di euro, l'ha modernizzato con ombrelloni e lettini nuovi, rischia di perdere più o meno tutto. E di famiglie Rossi di Pinarella ce ne sono oltre 12mila in Italia, più di mille solo in Emilia-Romagna, oltre 500 nelle Marche. Quasi un milione di persone lavorano, in Italia, attorno all’oro blu, il mare.
Giovedì 20 aprile la Corte Europea metterà fine (probabilmente) alla storia delle concessioni balneari. Se davvero si dovranno fare le aste (e ancora non si ancora dove e come cominciare, con che criteri, numeri, priorità, eccetera...) l'Italia farà probabilmente catenaggio, l'Europa minaccerà sanzioni, magari ci diranno se lo scontro si farà forte che non ci daranno i soldi del Pnrr e, insomma, sarà un gran pasticcio. Fra l'altro già i giudici italiani (due volte) hanno detto di no alla proroga delle concessioni. Qualche anno fa si diceva: tranquilli, è tutto rimandato. Sembrava che la propoga delle concessioni potesse arrivare al 2023, poi invece il Consiglio di Stato ha detto (autonno 2021) no, bisogna fare le aste nel 2024.
E adesso che i bagnini si stanno preparando a quella che potrebbe anche essere l'ultima stagione estiva tranquilla, i nostri politici dovranno trovare disperatamente, in una sorta di lotta contro il tempo, una soluzione equa e giusta, che rispetti l'Europa ma anche la storia delle nostre spiagge, atipica, irripetibile e unica a livello europeo. Auguri, non sarà facile.