Spreco di cibo, la lezione del professore

La lettera. Risponde Beppe Boni

Bologna, 11 maggio 2023 – Nel Carlino ho letto un articolo che parlava degli sprechi alimentari e del Prof. Segrè come ideatore di una app che si batte proprio contro tali sprechi. Aggiungo che una parte di sprechi alimentare avviene presso le Scuole elementari. La nutrizionista e gli enti preposti forse non tengono conto che alcuni menù (pesce e secondi con verdure miste o cereali) non sono graditi ai bambini perché non abituati dalle famiglie. Alla loro età molti non sono pronti. Così ogni giorno vengono buttate enormi quantità di cibo. Sciupare il cibo è un insegnamento negativo.

Paola Tolomelli (una nonna)

Risponde Beppe Boni

La sensibilità delle nonne è sempre da tenere presente perché parlano col cuore e con l’esperienza di chi ha figli e nipoti. I nutrizionisti che si occupano del menù scolastico dei bambini hanno le loro buone ragioni scientifiche per decidere la linea. L’ideale è certamente guidare le scelte tenendo presente anche le indicazioni delle famiglie. Forse una parte di spreco è da mettere in conto, tenendo presente anche l’umore dei bimbi meno gestibile rispetto agli adulti, ma le grandi quantità di cibo buttato alle ortiche certo non sono da individuare nelle scuole. C’è ben altro, come ci insegna il professor Andrea Segrè, cavaliere bianco antispreco, dal quale tutti noi abbiamo da imparare qualcosa a cominciare dagli alimenti che transitano sulla tavola di una famiglia. Pensate ai bar, alle mense, alle tavole calde all'interno delle aziende gestite da esterni: appena dopo il pranzo ciò che resta nella maggior parte dei casi viene eliminato perché è complicato il meccanismo per poter girare il cibo rimasto ad enti che potrebbero utilizzarlo. Tanti negozi di panetteria e di alimentari eliminano il pane del giorno rimasto, quando a prezzi inferiori si potrebbe tranquillamente vendere e consumare il giorno dopo. Ma gli acquirenti preferiscono sempre pane fresco. Il professor Segrè, intanto, andrebbe clonato e portato ad insegnare nelle scuole oltre che all’università dove opera. Attraverso la sua opera di sensibilizzazione ed educazione battezzata Sprecozero (nata nel 2010) ha comunque ottenuto grandi risultati contro lo spreco alimentare. Molto è stato fatto ma molto si può ancora fare nel mondo degli adulti.  

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