Il 23 dicembre ricorre il 40° anniversario della strage del treno 904 che causò la morte di 17 innocenti passeggeri in viaggio per le festività di Natale 1984. È giusto ricordare che ci fu anche una 18esima vittima: il vice Ispettore della Polizia Filippo Alberghina, catanese, mio collega, persona garbata e sensibile, che si suicidò dopo qualche giorno, turbato dall'orrore dei corpi dilaniati dalla bomba e dalla malvagità degli autori. Il collega Alberghina (trasferito alla Polfer di Bologna pochi giorni prima della strage) è ricordato a Roma nel Sacrario dei caduti della Polizia di Stato come vittima del dovere.
Nazzareno Canalini
Risponde Beppe Boni
La strage del Rapido 904 Napoli - Milano rimane uno dei misteri d'Italia. Del resto non tutti i massacri degli anni del terrorismo hanno avuto un esito di verità. Restano ombre anche su diverse sentenze. Il caso del Rapido 904, devastato da una bomba nella galleria di San Benedetto Val di Sambro sull'Appennino il 12 dicembre 1984, viene spesso definita una strage dimenticata. Ma non lo è. Certo è uno dei gialli del nostro Paese dove è emerso l'intreccio mai del tutto chiarito tra mafia e terrorismo nero. La magistratura ha indagato, si sono accavallati processi e sentenze annullate, è venuto a galla uno scenario drammatico, ma non la verità. Ora questo episodio della notte della Repubblica vive il terzo tempo. La procura antimafia di Firenze ha aperto un nuovo fascicolo per far luce sulle complicità esterne a Cosa Nostra in una stagione stragista che vedrebbe il suo inizio nell'attentato al Rapido 904 con il seguito nelle stragi del 1992-1993, fino al fallito attentato all'Olimpico del 23 gennaio 1994. Speriamo in questo rewind giudiziario. Mancano pochi giorni al quarantennale della strage di Natale.
La società civile non l'ha dimenticata, soprattutto a Bologna che ha subito anche la strage della stazione e l'omicidio di Marco Biagi. Ne tiene vivo il ricordo affinché derive del genere non accadano mai più.