Editoriale

Subito un aiuto ai Pronto soccorso degli ospedali

Bologna, 12 aprile 2023 – Come tanti cittadini sono estremamente preoccupata della situazione sanitaria italiana e dell'Emilia-Romagna. L'allarme riguarda l'emergenza dei Pronto soccorso generalmente al collasso e con scarso personale e le lunghe attese per visite specialistiche. I cittadini hanno necessità di avere risposte sicure dal mondo della sanità che è più importante di tutto il resto. Su questo fronte vedo risposte sempre nebulose da parte della politica. E il cittadino soffre.

Rosetta Grandi

Risponde Beppe Boni

Nonostante la politica degli annunci, le promesse, le toppe piazzate qua a là, la situazione dei Pronto soccorso rimane allarmante. I medici sono in fuga, chi può saluta la compagnia e passa nel privato o in altri ambiti per tante ragioni: la scarsità di personale obbliga a turni stressanti, il compenso non vale il gioco, si fatica smistare i pazienti nei reparti perché spesso mancano i letti.

L'ennesima solenne promessa della Regione Emilia-Romagna è che entro giugno si dovrebbe arrivare all'adozione del progetto di riforma per l'utilizzo di più ospedali di comunità attraverso i fondi del Pnrr. Campa cavallo. Il tempo però passa inesorabile e intanto medici di 30-40 anni nel pieno del vigore professionale cercano di andarsene appena possono. Dal policlinico Sant'Orsola di Bologna, per esempio, sono in uscita in otto: due virano verso il settore privato e altri sei hanno scelto la medicina generale.

Negli ospedali di pianura bolognesi prima del Covid, secondo la federazione sindacale Cimo Fesmed, erano in attività 62 medici nel dipartimento emergenza-urgenza, mentre ora ce ne sono 38 in meno. Brutta storia. È vero che nella sanità emiliana c'è un buco di 70 milioni di euro ma non si può certo aspettare il Pnrr per rimediare.

Per i Pronto soccorso va trovata una soluzione-tampone a breve, il tempo è scaduto. Chi ne ha facoltà se ne occupi in fretta. E intanto in questo caos con i medici che mancano le università continuano a resistere sul numero chiuso a Medicina. Un errore imperdonabile. Infine le liste d'attesa. La Lega denuncia che a Bologna si è passati dal 95% di rispetto delle tempistiche di gennaio al 77% di marzo. Un passo indietro.

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