La più antica associazione di volontariato bolognese compie 53 anni. Nata presso il convento di San Domenico per volontà di studenti universitari, Telefono Amico Bologna non ha mai interrotto la sua missione. Attivo tutti i giorni dalle 15 alle 23 si avvale di una trentina di volontari che si alternano nel servizio, dove offrono ascolto a tutte le persone che desiderano dialogare senza essere giudicate.
Nel 2024 i contatti sono stati oltre 5.100. Le principali problematiche sono la solitudine, i disturbi comportamentali, i problemi familiari ed economici. Nell'era dei social c'è più bisogno del calore di una voce umana.
Romano Trerè, presidente
Risponde Beppe Boni
L’ascolto oggi più che mai dove si parla (troppo) via chat o via mail in molti casi è una medicina indispensabile. Può curare malattie come la solitudine, il mal di vivere, le delusioni che fanno perdere autostima e conducono alla deriva.
Telefono amico Bologna da 53 anni è un medico discreto, un appoggio che consente a chi ha necessità di una spalla su cui contare. E dietro la cornetta del telefono ci sono persone che ascoltano chi ha bisogno di avere di fronte qualcuno a cui semplicemente parlare. Sono volontari formati a questo compito, ma soprattutto mossi da un forte senso di solidarietà verso il prossimo anche quando non ha un volto.
L’associazione si pone la missione di fornire una presenza amichevole, un salvagente di solidarietà umana, senza trascurare informazioni utili a chi ha solo bisogno di una indicazione per trovare nel buio l’uscita del tunnel. Tutti sanno che Telefono amico esiste, ma è bene ricordarlo e rendere onore a coloro che lo fanno funzionare.
Se oltre 5mila persone hanno composto quel numero di telefono ce ne sono altrettante o forse più che non hanno il coraggio di farlo e che invece è necessario aiutare a fare un passo avanti. Negli ultimi due anni sono state svolte 4.000 ore di volontariato e sono stati attivati oltre 15.000 contatti. Sono i numeri di un disagio spesso invisibile e diffuso che non va ignorato.