MATTEO NACCARI
Editoriale
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Troppo isolati

La disastrosa alluvione che ha colpito la Romagna ha messo con prepotenza sotto la lente la debolezza delle infrastrutture di questo territorio. Ravenna, snodo importantissimo per il turismo e i traffici portuali, di fatto è rimasta isolata per giorni (e ancora in parte lo è): strade dissestate, nessun collegamento ferroviario e neanche autobus. In pratica per raggiungere la città si poteva utilizzare soltanto l’auto con rischi e pericoli annessi. La viabilità di gran parte delle zone alluvionate, in particolare in Appennino, è compromessa, ci sono paesi isolati, insomma muoversi è un problema.

Tutto questo, però, dipende non solo dalla furia dell’acqua, ma anche da una mancanza progettuale – e di investimenti – sulle infrastrutture. Ravenna, che da sempre vive di turismo e ha un porto che non può essere via terra tagliato fuori dal resto del mondo, sembrava essere ritornata nel passato quando fu scelta anche come punto nevralgico in ottica militare proprio per il suo isolamento e le difficoltà per raggiungerla. Nel 2023 una città comunque così importante per la Romagna non può ritrovarsi improvvisamente scollegata, anche perché il porto, snodo di traffici vitali per molti distretti industriali, ha rischiato di paralizzarsi.

Ecco perché, quanto accaduto impone una riflessione seria sulle infrastrutture che parta dalle strade ma che coinvolga soprattutto le ferrovie. In tantissimi paesi, che vivono in zone dove la furia del maltempo si fa sentire costantemente, la paralisi si rischia solo nei casi più gravi (e questa alluvione lo è stata), ma appunto passata la tempesta i danni si riparano in fretta e le ferite restano per tempi più brevi. Ecco, proprio perché quanto accaduto impone una riflessione, sul lungo periodo è quanto mai necessario un intervento a tutto campo sulle infrastrutture, per potenziarle, ampliarle e renderle moderne. Ricordiamoci che siamo nel 2023…