MATTEO NACCARI
Editoriale
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Un lavoro fatto per bene

Un lavoro e un alloggio. Uno stipendio per costruirsi una vita e una casa a prezzi calmierati. Un progetto per il futuro di giovani migranti che un'azienda del Bolognese sta portando avanti con forza e convinzione. L'impresa si chiama Renner, ha sede a Minerbio, produce vernici per legno, impiega 400 persone e fattura circa 180 milioni di euro. Il progetto, nato circa un anno fa in collaborazione con l'Opera salesiana di Castel de Britti, sempre in provincia di Bologna, punta appunto a formare i migranti offrendo un contratto di lavoro a tempo indeterminato a un alloggio a prezzi bassi, dando così in autonomia una risposta alla carenza (cronica) di manodopera. Un'iniziativa speciale lanciata dall'amministratore delegato Lindo Aldrovandi che sta raccogliendo simpatie in Confindustria, con altri imprenditori che vorrebbero replicare l'iniziativa. Ai ragazzi selezionati dai salesiani viene data accoglienza in un immobile ristrutturato dalla Renner; ci sono già due inquilini, uno arrivato dal Gambia e l'altro dalla Guinea. Pagano un piccolo affitto (150 euro, che poi salirà fino ad arrivare a 200), saranno formati per 32 settimane attraverso un tirocinio che poi se tutto andrà bene firmeranno un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il progetto di formazione è aperto a tutti, ma ad ora si sono presentati solo stranieri, nessun italiano. L'esempio di Renner potrebbe essere replicato ovunque, tenuto conto che manca manodopera specializzata. E' una strada, questa, per formare direttamente il personale e garantire una vita lavorativa a chi è in difficoltà. L'idea è sicuramente particolare e certamente ha un tornaconto positivo per l'imprenditore e sotto il profilo educativo per questi giovani. Ciò che resta da constatare è che idee del genere non arrivano dal pubblico o dalle istituzioni - che sicuramente avrebbero più forze economiche e organizzative per metterle in campo - ma da singoli imprenditori che spremono il cervello per trovare idee che risolvano i loro problemi. Per fortuna, quindi, che qualcuno che cerca di rimuovere gli ostacoli c'è. Sperando che altri possano seguirli, magari con la spinta del pubblico. Si vedrà.