Elezioni Emilia Romagna 2020, Bonaccini e quei nemici diventati alleati

Modena: dopo anni di opposizione, il Governatore è riuscito a conquistare i vertici di Confagricoltura e Confartigianato

Così nelle passate elezioni

Così nelle passate elezioni

Modena, 17 gennaio 2020 - Tra Secchia e Panaro, i due fiumi di Modena, sono in tanti a chiamarlo solo ‘Stefano’. C’è chi si è lamentato con lui, sui ciottoli di piazza Grande, per la microcriminalità in centro, quando faceva l’assessore comunale nel capoluogo. Chi gli ha stretto il grembiule in vita quando, da segretario provinciale Pd, girava in lungo e in largo la provincia, saltando da una festa dell’Unità all’altra. E c’è anche chi gli è entrato duro sulle gambe quando giocava sui campi di pallone, la sua grande passione insieme alla politica. Insomma, la modenesità di Bonaccini è un concetto forte e chiaro. E, come succede spesso in patria, durante questa campagna elettorale l’attenzione di tanti elettori geminiani è stata catturata dal ‘gossip’, che in un paesone come quello della Ghirlandina non manca mai. Fiumi di parole sulla nuova folta barba, sugli occhiali a goccia e sul dimagrimento lampo del presidente, "forse un po’ troppo esibito, ma indiscutibile".

Parole, a ben guardare, spese bene, visto che sul nuovo look Bonaccini ha impostato buona parte della campagna elettorale, a partire dal logo. Il governatore uscente della Regione fa battere i cuori modenesi? Difficile dare una risposta univoca. Il capoluogo, che alle elezioni comunali ha ridimensionato subito le ambizioni leghiste consacrando Gian Carlo Muzzarelli (Pd) sindaco al primo turno, sembra sostenerlo con convinzione.

ELEZIONI / Il nostro speciale

Quella del Duomo e della Ghirlandina è stata la seconda piazza delle Sardine, dopo il clamoroso esordio di Bologna, e la frase ‘Qui non si passa’, rivolta agli sfidanti del centrodestra, rimbalza da un profilo social all’altro (perché la piazza, oggi, è più virtuale che reale). Se in macchina si imbocca la strada statale Canaletto, però, e ci si dirige verso la Bassa, con i profili sdentati degli edifici ancora feriti dal sisma, la musica cambia. Mirandola, San Felice e Finale: nel nuovo triangolo verde della provincia per il Pd e i suoi rappresentanti, anche quelli che non lo ostentano come Bonaccini, tira un’aria pessima.

Le parole chiave dell’offensiva leghista sono tante. Bibbiano è la prima e non teme rivali: qui, negli anni ’90, intere comunità sono state sconvolte dalla vicenda dei ‘Diavoli’, presunti pedofili e satanisti. Una storia dove i servizi sociali hanno giocato un ruolo molto importante e che è subito stata accostata all’inchiesta reggiana ‘Angeli e demoni’. Ma non è finita qui, anzi: a Finale c’è un nutrito fronte di attivisti che si battono contro il raddoppio di una discarica ("voluto dalla Regione") e a Mirandola l’incendio alla sede dei vigili appiccato da un clandestino, che costò la vita a due persone, brucia ancora.

Salendo in quota l’irrespirabile aria della pianura Padana migliora un po’, ma non per il presidente. Anche in montagna Bonaccini ha diverse gatte da pelare. Qui tanto ruota intorno ai punti nascite, chiusi perché troppo piccoli, ma che proprio nei giorni scorsi il Governo giallorosso e il numero uno della Regione si sono impegnati a riaprire. "Che tempismo…", provocano gli avversari. E non a caso Salvini ha dedicato all’Appennino un’attenzione speciale: ha riempito il palazzetto di Pievepelago e ha cenato due volte nella stessa sera, per accontentare tutti, a Fiumalbo. A proposito di Salvini, tra i suoi alfieri modenesi ci sono state delle sorprese.

Una su tutte: Isabella Bertolini, l’ex lady di ferro berlusconiana tornata in campo in camicia verde. E poi ancora i nomi storici della destra locale, come Michele Barcaiuolo, Andrea Galli, il senatore Carlo Giovanardi che non compare in nessuna lista ma impartisce ‘benedizioni’ dalle retrovie.

Qualcuno, però, ha anche saltato il muro e si è spostato dall’altra parte. Vale per Eugenia Bergamaschi, battagliero presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna che, dopo essere stata indicata come la candidata ideale per sconfiggere Muzzarelli in Comune a Modena, ha deciso di sostenere Bonaccini nella lista civica del presidente. O Damiano Pietri, leader nazionale di Confartigianato Giovani, campogallianese come "Stefano", che ha deciso di sostenerlo nonostante anni di opposizione alla sinistra nel consiglio comunale del suo paese.

Intanto Bonaccini, aspettando il giorno del giudizio, continua a macinare chilometri nelle strade in cui, da ragazzo, probabilmente ha fatto i cento all’ora per corteggiare qualche 'bella'. E, accarezzando la nuova barba grigia, spera che a tradirlo non sia proprio la sua gente.