Bologna, 9 novembre 2024 – Inizia il nostro viaggio coi candidati presidenti alle Regionali. Oggi il Carlino ha seguito la giornata di Federico Serra di Emilia-Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro.
“Non farti fagocitare dalla politica. No ai talk show, pensiamo alla lotta”. Sono le 14 e nella nebbia dell’Interporto di Bologna, Federico Serra, candidato alla presidenza dell’Emilia-Romagna, incontra lavoratori e delegati sindacali durante il cambio di turno.
È una delle tappe di un’ordinaria giornata elettorale del ‘terzo incomodo’ alla corsa per viale Aldo Moro. Una campagna da ’candidato degli ultimi’, tra periferie, lavoratori inascoltati (e sottopagati) e battaglie ambientaliste. Appoggiato da Potere al popolo, Rifondazione comunista e Partito comunista italiano, Serra ha 33 anni, è operatore welfare in cooperative sociali e sindacalista dell’Usb (Unione sindacale di base), il suo impegno politico in vista delle urne guarda soprattutto a “chi non ha voce”, ai “lavoratori sfruttati”, spiega Riccardo, iscritto di Potere al popolo, che accompagna il candidato presidente in auto nei vari spostamenti. Serra conferma: “Elena Ugolini e Michele de Pascale sono la stessa cosa, rappresentano il partito unico su guerra, ambiente e lavoro. Noi vogliamo un’alternativa al partito unico del cemento che vuole il Passante autostradale”.
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Il Carlino ha seguito Serra dal risveglio a sera inoltrata, tra interviste, registrazioni tv, incontri, dibattiti. Si parte da casa sua, alla Bolognina, periferia nord della città, verso le 9 di mattina per arrivare al circolo Granma, che prende il nome dall’imbarcazione che trasportò Fidel Castro e gli altri ribelli sulle spiagge di Cuba nel 1956. Siamo sempre in Bolognina, quartiere storico per la famosa ‘Svolta’ del Pci. Serra in giacca a vento nera, dopo la registrazione di un’intervista a ‘Porta a Porta’, sale in auto verso il centro, per una manifestazione di Potere al popolo davanti all’Ausl. È mezzogiorno passato: il candidato della sinistra radicale si mette a fianco dello striscione, “aborto negato, violenza di Stato”, ma non interviene: “Qui parlano le compagne”. I temi: i consultori da rivitalizzare, il no alle associazioni anti-abortiste, la necessità di spazi per le donne visto che “l’interruzione volontaria di gravidanza non è la stessa cosa per chi vive a Bologna o in una periferia”.
Dopo una mezz’ora, ci si avvia verso l’Interporto a Bentivoglio, tra delegati sindacali e lavoratori con la pettorina gialla dell’Usb “abbassare le armi alzare i salari”. In mezzo a una nebbiolina che nasconde quasi i grandi siti della logistica, arriva la notizia dell’esplosione alla Reagens, azienda di San Giorgio di Piano, e di un operaio ferito: le facce si fanno scure, si ricordano i morti della Toyota handling, si dibatte della ’giungla’ della logistica, tra appalti e subappalti. Si parla di sicurezza sul lavoro, “degli infortuni che qui arrivano anche al 21%...”.
La linea di Serra è chiara: “L’unica nostra forza contro la schiavitù è la lotta, è scioperare”. Qualcuno critica la carta della logistica etica: “Tanto sbandierata dall’amministrazione di Bologna, ma è inutile”. Sono le 15.30, il tempo di uno spuntino al volo al bar, per poi incontrare un gruppo di assistenti domiciliari, le oss, “sottopagate dalle coop” e un sopralluogo in un ex casa Acer. Dalle 18 alle 20, si fa tappa in San Donato, periferia nord-est della città, all’Officina del popolo, intitolata allo scrittore di sinistra-sinistra Valerio Evangelisti, con diverse realtà ambientaliste. Ci sono giovani e meno giovani, tutti con una certezza: “Il Passante va fermato in tutti i modi”, fa sintesi Serra. E aggiunge: “Con le realtà ambientaliste unite continuiamo a dire no alle cementificazione”. In sala arrivano gli applausi, poi la foto con gli altri candidati della lista (Riccardo Rinaldi e Teresa La Torretta) tra una bandiera palestinese, un manifesto di Cuba e lo striscione ‘no Passante’, chiude la giornata.