Elezioni Marche 2020, stop a Ceriscioli. Ma il Pd resta nel caos

Il centrosinistra boccia le primarie chieste dal governatore. Intanto la sindaca di Ancona ha incontrato il segretario Zingaretti

Incontro del Pd nella sede di piazza Stamira ad Ancona (foto Emma)

Incontro del Pd nella sede di piazza Stamira ad Ancona (foto Emma)

Ancona, 13 febbraio 2020 - No alle primarie di coalizione e immediata scelta del candidato. Il centrosinistra ha detto la sua ieri notte. La verifica sollecitata dal vice segretario nazionale del Pd Andrea Orlando si è conclusa come era prevedibile. Un risultato che, di fatto, mette all’angolo il governatore Luca Ceriscioli. Il suo nome come candidato condiviso da tutti gli alleati non sarebbe mai passato e quindi l’unica via d’uscita erano quelle primarie che ieri il centrosinistra ha sonoramente bocciato: solo i Socialisti e i Verdi (seppur con qualche distinguo) erano favorevoli. Sul fronte opposto Italia Viva, Azione di Calenda, la sinistra di Articolo 1, i Civici e +Europa. Non solo. Nel motivare il loro no al ricorso alle urne c’è anche chi ha proposto i possibili sostituti: Azione e Italia Viva puntano sulla sindaca di Ancona Valeria Mancinelli, Articolo 1 sull’ex rettore della Politecnica Sauro Longhi. Gli altri hanno, di fatto, sollecitato il Pd a prendere una decisione.

E il segretario regionale dei dem Giovanni Gostoli, nel tirare le somme del vertice, oltre a ufficializzare il no alle primarie ha chiesto chiaramente ai convenuti se, una volta deciso il nome del candidato, il fronte del centrosinistra fosse rimasto compatto. La risposta, anche se con qualche mal di pancia, è stata positiva. Come dire: se esce un nome non gradito a questo o quel partito alla fine si sta tutti insieme. Insomma il centrosinistra dovrebbe mantenere la sua compatezza in attesa anche di conoscere il responso definitivo di una possibile convergenza con il M5s che però al momento sembra lontana.

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E mentre ad Ancona si consumava il definitivo stop all’esperienza di Ceriscioli, a Roma la sindaca Mancinelli incontrava il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti. Un incontro dal quale non trapelano indiscrezioni ma che sicuramente è stato incentrato proprio sulle elezioni regionali delle Marche. Ma i segretari provinciali del Pd di Pesaro, Macerata, Fermo e Ascoli, tutti fedeli a Ceriscioli, non hanno accolto positivamente questo summit romano: "Un atteggiamento gravissimo perché non rispettoso della volontà della nostra comunità, irriverente nei confronti dei territori e dei segretari di federazione, dannoso per l’immagine del nostro Partito democratico e infine imbarazzante per Zingaretti. Siamo certi che il segretario sarà rispettoso delle regole del Pd, perché il candidato presidente dei democratici viene scelto dal Partito delle Marche e dai marchigiani".

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Tutto qui? Neanche a dirlo. Davanti a queste fibrillazioni e al caos tra i dem alla ricerca di un candidato, ecco spuntare un faccia a faccia che si terrà nei prossimi giorni proprio tra Valeria Mancinelli e Luca Ceriscioli. A cosa servirà? Tante le ipotesi, sta di certo che sarà propedeutico, forse, alla direzione regionale del partito che il segretario Giovanni Gostoli convocherà nelle prossime ore e alla quale dovrebbe partecipare Orlando.