Allerta smog Emilia Romagna: bollino rosso tutto il mese

Allarme senza fine, da Piacenza a Rimini: cresce l’incubo polveri sottili. Divieti e limitazioni fino a domani, nella speranza che servano a qualcosa

Misure anti-smog in Emilia Romagna

Misure anti-smog in Emilia Romagna

Bologna, 27 gennaio 2022 - Il bollino è perennemente rosso e l’Emilia Romagna sembra diventata una vera e propria camera a gas in questi primi 27 giorni di gennaio. Lo smog, sotto le sembianze delle polveri sottile, attanaglia la regione e pensate che i dati di fine 2021 sembravano dare un minimo di respiro visto che non c’erano stati grossi peggioramenti rispetto al passato e il trend era in linea con gli ultimi cinque anni. Con il protrarsi del bollino rosso, causato dal livello delle polveri sottoli nell’area, l’Arpae (Agenzia regionale per la protezione ambientale) insiste con le misure emergenziali in vigore per contenere l’inquinamento atmosferico. L’ultimo bollettino dell’Arpae comunica che l’allerta prosegue in tutta la regione fino a domani. Le disposizioni principali le vedete nel grafico qui a fianco; fra quelle previste ci sono sono lo stop anche ai veicoli diesel Euro 4, riscaldamenti abbassati e limiti sulla combustione delle biomasse. L’assessore regionale all’ambiente, Irene Priolo, nel commentare i dati del 2021 aveva detto: "Siamo sulla strada giusta, ma dobbiamo ncora migliorare". Questa partenza nera del 2022 cosa significa? Lo abbiamo chiesto a due esperti, nelle interviste che trovate qui sotto.

"I dati sono inesorabili. Andrà meglio con il freddo secco"

Vanes Poluzzi, dirigente dell’Arpae, non ha dubbi: «Per un paio di giorni la situazione non cambierà. I dati sono inesorabili». Quando possiamo aspettarci un calo dello smog? «Dalla giornata di domenica. Ma lo dico con prudenza, usando mille condizionali». Che cosa potrebbe accadere? «Potremmo avere l’entrata, sulla nostra regione, di una massa d’aria più fredda e secca. Con conseguente azione di rimozione degli inquinanti». In caso contrario? «Perdurando l’attuale situazione di stabilità, quindi con un sistema anticiclonico stabile, e un’alta pressione che non si erode, l’atmosfera ha poche possibilità di ricambiarsi. Viceversa, una maggiore instabilità, con perturbazioni che entrano...». A che cosa è dovuta l’attuale cappa di inquinamento? «Proprio a una situazione di stabilità, con alta pressione, che dura dal 9-10 gennaio. È una condizione che, purtroppo causa due fenomeni che contribuiscono agli sforamenti dei limiti degli inquinanti». Può spiegare? «Semplificando: nei bassi stadi si ha un accumulo di inquinanti, non rimossi per l’assenza di vento e turbolenze sufficienti. A questo si aggiunge una grande quantità di inquinanti di tipo secondario in atmosfera. Un’accoppiata di fattori che fa facilmente superare la soglia dei 50 microgrammi/metro cubo di Pm10 fissata come limite dalle normative». L’inquinamento colpisce tutta la nostra regione? «Principalmente insiste sulla Pianura padana e sulle principali città. In modo minore nelle zone pedecollinari e collinari. Molto, molto meno in montagna». Che cosa prevedono le norme? «Per le Pm10 (le cosiddette polveri sottili, ndr) fissano due limiti. Uno è il valore medio annuo. L’altro è il numero di giorni di superamento del 50 microgrammi/metro cubo consentiti, stabilito in 35 all’anno».

Luca Orsi

"Bambini, rischio asma. E per gli anziani c’è l’incubo tumori"

Professor Venerino Poletti, pneumologo di fama internazionale: quanto interferisce sulla salute l’inquinamento atmosferico? «Le polveri sottili sono la principale causa di danno respiratorio. Specialmente quelle di dimensioni minori. Si depositano nella parte più profonda dei polmoni (bronchioli e alveoli) e addirittura dai polmoni possono diffondersi nel sangue e arrivare agli altri organi. Tanti dati ocumentano il ruolo dannoso di queste polveri sulla salute». Il tumore al polmone è in crescita o in calo? «In Italia il quadro epidemiologico del tumore polmonare è influenzato dal genere. Negli uomini, da più di trent’anni, si osserva una riduzione dell’incidenza da mettere in relazione con il calo dell’abitudine al fumo. Nelle donne questa incidenza è in aumento, anche perché fumano di più. L’inquinamento è comunque associabile alla comparsa del tumore polmonare, come documentato dai dati forniti da studi condotti in Cina e da ricerche sperimentali». Peggio lo smog o il fumo? «I due fattori sono sinergici. Cioè la loro coesistenza produce danni che sono superiori alla somma dei due fattori presi singolarmente. Elementi che inducono l’infiammazione o carcinogeni sono presenti sia nel fumo di sigaretta che nello smog che inaliamo. Una loro associazione determina un’attivazione in contemporanea di numerose vie molecolari sia infiammatorie che carcinogenetiche». Quali fasce di popolazione sono più colpite?  «I bambini, in quanto la esacerbazione di asma in questo gruppo può essere importante, e le persone avanti negli anni, ancora una volta perché lo smog si comporta da attivatore di infiammazione, causa un aggravamento delle malattie croniche polmonari e di quelle cardiache e vascolari, e perché nelle persone anziane l’inquinamento si associa all’ aumento di tumori polmonari, della vescica, e altri».

Lorenzo Tazzari