Benzinaio gambizzato, c'è un fermo. Ma ora è caccia al complice

Svolta nelle indagini sull'agguato di Veggia, nei guai un 28 enne di Sassuolo e la fidanzata per favoreggiamento. Nello stesso paese a fine agosto era stato preso di mira un tabaccaio, gli inquirenti pensano possa esserci la stessa mano

Reggio Emilia, 22 settembre 2022 - C'è un fermo. Un 28enne pregiudicato residente a Sassuolo è stato identificato dai carabinieri per essere uno dei presunti responsabili della violenta rapina a Veggia di Casalgrande, la sera del 12 settembre scorso ai danni di un benzinaio rimasto ferito alla gamba da un colpo di pistola. Il giovane è stato individuato tra venerdì notte e sabato, fermato con l’accusa di tentato omicidio aggravato (poi riqualificata in lesioni gravissime dal gip Andrea Rat – che ha convalidato la misura di custodia cautelare in carcere – con il 28enne che ha reso dichiarazioni spontanee in aula, ammettendo le contestazioni tranne il tentato omicidio, dicendo di non aver sparato con l’intenzione di ledere la vittima), rapina aggravata, detenzione e porto illegale di munizioni nonché di simulazione di reato.

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Rapina di Veggio, i carabinieri aggiornano sulle indagini
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E proprio da quest’ultima ipotesi è arrivata la svolta investigativa come illustrato stamattina in conferenza stampa al comando provinciale dei carabinieri, alla presenza del colonnello Andrea Milani. I militari del nucleo investigativo di Reggio, del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Reggio diretto dal capitano Lucrezia Limodio, con l'ausilio dei colleghi della tenenza di Scandiano, della stazione di Casalgrande e della compagnia di Sassuolo che hanno condotto le indagini – coordinate dal procuratore capo Calogero Gaetano Paci e dalla pm Piera Cristina Giannusa – sono arrivati all’uomo grazie alla fidanzata di quest’ultimo, indagata in stato di libertà per favoreggiamento. La donna, una 26enne residente nel comprensorio ceramico reggiano, aveva infatti sporto denuncia del furto dell’auto, una Lancia Y bianca, utilizzata proprio per la rapina, al fine di depistare le indagini. Veicolo che era stato abbandonato nella zona delle Terme della Salvarola (Sassuolo), nel quale è stato rinvenuto anche un bossolo riconducibile poi all’arma.

Gli inquirenti sono così risaliti al giovane che dopo il provvedimento di fermo ha deciso di collaborare – mentre in un primo momento avrebbe cercato anche di depistare le indagini – ammettendo le colpe e indicando dove avesse nascosto la pistola, trovata poi in una buca di un terreno non lontano dalla sua abitazione assieme alla felpa utilizzata per la rapina. A casa sua sono stati anche trovati due etti di marijuana che hanno profilato pure l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di droga. “Questo reato predatorio abbiamo modo di pensare che si attesti nell’ambito del narcotraffico, forse di una situazione debitoria da sanare”, ha detto il procuratore capo Paci il quale ha poi fatto un “plauso ai cittadini che hanno collaborato tramite testimonianze, aiutandoci”, grazie anche alle immagini delle telecamere. 

Le indagini proseguono; all’appello manca il complice che aspettava il rapinatore a bordo dell’auto utilizzata per fuggire. E inoltre la magistratura ritiene che ci siano elementi analoghi tra questa rapina e un’altra compiuta il 25 agosto, in una tabaccheria sempre a Veggia di Casalgrande.

Il documento: il bancomat dove il benzinaio è stato aggredito dal rapinatore
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Due rapine in meno di un mese a Veggia

Due rapine a mano armata in meno di tre settimane a Veggia, paesino in piena zona ceramiche a pochi chilometri da Modena, a fine estate. Una, il 25 agosto, alla tabaccheria del paese. Duecento euro, il bottino; ma le modalità sono state cruente con alcuni colpi di pistola sparati per aria e i malviventi in fuga su una moto. La seconda, lunedì 12 settembre, intorno alle 20,40. Un benzinaio di 53 anni residente in paese, è finito all’ospedale con una pallottola in una gamba. L’ha presa da un malvivente che ha tentato di sottrargli l’incasso di giornata della stazione di servizio per cui lavora. 

L'agguato al benzinaio

Erano le 20,40 del 12 settembre, l’Ener Fuel, una stazione di servizio, è in fase di chiusura. Due dipendenti mettono a posto i locali, il 53enne prende l’incasso della giornata (circa 4.000 euro), diviso in quattro mazzette e si reca a depositarlo alla banca, lì vicino. Mentre è nei pressi della cassa continua, viene bloccato da un uomo a volto coperto e con una pistola in mano. Cerca di strappargli i soldi. Ne nasce una colluttazione che non verrà ripresa da alcuna videocamera. Il malvivente esplode, secondo la ricostruzione dei carabinieri, tre colpi di pistola. Uno di questi colpisce il benzinaio a una gamba. I soldi cadono per terra. Nella concitazione del momento, il rapinatore riesce a raccogliere circa 2.000 euro e scappare a bordo di un’utilitaria con, quasi certamente, un complice.

Altrettanti, invece, sono stati ‘protetti’ da un avventore del bar di fronte alla banca, che ha assistito all’inizio della rapina e che è intervenuto non appena si è reso conto che la situazione stava precipitando. Non solo, è stato lui a prestare le prime cure al ferito, mentre gli altri testimoni hanno chiamato i soccorsi.

Il 53enne è stato trasportato all’ospedale di Sassuolo dove è arrivato in condizioni di media gravità, per poi essere trasportato a quello di Baggiovara dove è stato operato.