Classifica ospedali 2022, Bologna e Reggio al top: tra i migliori al mondo

Per il settimanale americano Newsweek il Sant’Orsola è 60esimo, il Santa Maria Nuova è 125esimo. Dietro la lavagna i presidi della Romagna, il direttore Carradori: "Spesso gli indicatori hanno dei vizi"

Ospedali ed eccellenze

Ospedali ed eccellenze

Bologna, 6 marzo 2022 - Prima le belle notizie: il policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna sale sul podio dei tre ospedali migliori d’Italia per il terzo anno consecutivo ed è sessantesimo tra gli ospedali di tutto il mondo. A fargli compagnia sono l’Istituto Ortopedico Rizzoli e l’Istituto di Scienze Neurologiche, anch’essi bolognesi, decretati tra i migliori del mondo per le loro materie di afferenza, l’ortopedia e la neurologia.

La direttrice generale del Sant’Orsola, Chiara Gibertoni
La direttrice generale del Sant’Orsola, Chiara Gibertoni

A dirlo è Newsweek, il settimanale americano, che da tempo in collaborazione con Statista, il colosso tedesco delle statistiche, stila ogni anno il World’s best hospitals, ovvero la classifica dei migliori nosocomi del mondo, scelti tra 2.200 strutture sparse in 27 paesi.

Non c’è solo Bologna tra le eccellenze: tra i dieci ospedali finiti nella classifica globale fa bella mostra di sé infatti anche l’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia al 125esimo posto su 150. Fuori classifica, poiché oltre i 150, ma comunque segnalato, c’è infine l’ospedale di Parma.

I dolori, per gli emiliano-romagnoli, arrivano nella classifica italiana, e riguardano principalmente l’Ausl Romagna. Con il Santa Maria delle Croci di Ravenna fanalino di coda in posizione 93 su 112 e con un ranking del 68,33%, tre posizioni sotto dell’ospedale di Sassuolo al 90esimo posto (68,54%). O il blasonato Bufalini di Cesena, fermo al 70esimo posto con un ranking del 70,17%. Fanno lievemente meglio, ma sono comunque nella seconda metà della classifica, l’Infermi di Rimini al 59esimo posto (ranking del 71,82%) e il Morgagni-Pierantoni di Forlì 57esimo con un ranking del 72,01%.

Il dg dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori, minimizza: "Bisogna sempre cercare di fare meglio – spiega –, ma fare riferimento alle classifiche per dare un giudizio di valore sulla qualità degli ospedali è erroneo, gli indicatori sono spesso viziati dai livelli di conoscenza".

Quali sono gli indicatori è presto detto, poiché il settimanale americano li spiega bene. Valgono, si legge, tre tipi di dati: il parere degli esperti (oltre 74 mila tra medici, direttori di ospedali e professionisti sanitari interpellati tramite un sondaggio online), le indagini di soddisfazione dei pazienti e i Key Performance Indicators , ovvero indicatori che misurano le performance ospedaliere. A questi si aggiungono poi i dati del Programma Nazionale Esiti (Pne), gestito da Agenas (l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) per conto del Ministero della Salute.

E gli altri emiliani? Al top nella classifica Italiana, dopo Bologna, Reggio e Parma si trovano due strutture del Modenese: il Policlinico di Modena (17esimo, ranking 74,90%), l’ospedale civile di Baggiovara (19esimo, 74,76%), poi l’ospedale Maggiore di Bologna (34esimo, 73,79%).

Nella classifica mondiale l’Italia, a pari merito con la Francia, è il terzo Paese più rappresentate. Meglio in Europa fa la Germania, con 14 nosocomi. In testa ci sono gli ospedali degli Stati Uniti, con 33 ospedali in classifica, compreso il migliore di tutti, la Mayo Clinic di Rochester, nello stato di New York. Vincono ai punti, con un’unica, sostanziale differenza: qui la salute non si paga.