Concessioni balneari 2022, la protesta dei sindaci dell'Emilia Romagna

Solidali con i bagnini che manifesteranno a Roma il 10 marzo: "Modificare la norma". Interviene anche Luca Zaia: "Serve un maggior indennizzo"

Spiaggia

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Bologna, 3 marzo 2022 - La norma sulle concessioni demaniali legate alle spiagge "va corretta ascoltando i territori: siamo vicini ai balneari che manifesteranno a Roma il 10 marzo". Così i sindaci delle città costiere dell'Emilia Romagna esprimono la loro solidarietà alle imprese del settore preoccupate dalla riforma disegnata in merito dal Governo.

A prendere posizione sono undici primi cittadini di Ravenna, Michele de Pascale; Cesenatico, Matteo Gozzoli; Rimini, Jamil Sadegholvaad; Riccione, Renata Tosi; Cervia, Massimo Medri; Comacchio, Pierluigi Negri; Cattolica, Franca Foronchi; Bellaria Igea-Marina, Filippo Giorgetti; Gatteo, Roberto Pari; San Mauro Pascoli, Luciana Garbuglia e Misano Adriatico, Fabrizio Piccioni.

"Condividiamo la preoccupazione e la protesta" degli operatori di spiaggia, osservano, "e siamo al loro fianco insieme alla Regione Emilia Romagna per migliorare una norma che è stata scritta in maniera superficiale. Siamo preoccupati perché l'emendamento che è stata approvato dal Consiglio dei Ministri presenta delle criticità per tante imprese presenti sui nostri territori". In particolare, osservano i sindaci, "uno dei punti cardine di questa riforma attesa da anni deve essere il riconoscimento degli investimenti fatti dalle imprese e per questo la norma andrà corretta attraverso il confronto con le Regioni. In questa fase dobbiamo pensare a chi vincerà queste gare ma anche a chi non ci riuscirà e crediamo sia giusto prevedere degli indennizzi congrui. La norma, così com'è, è lontana dalle aspettative dei nostri territori e rischia di favorire grandi gruppi e multinazionali a discapito delle imprese che costituiscono il sistema turistico".

A giudizio dei sindaci della costa emiliano romagnola, ancora, "tutti i comuni costieri e le associazioni di categoria coadiuvati dal lavoro della Regione Emilia Romagna hanno messo a punto nelle scorse settimane un documento che evidenziava i punti cardine da cui partire: l'emendamento invece indica in maniera piuttosto blanda la valorizzazione della professionalità e lo fa solo all'interno dei criteri per l'aggiudicazione, senza poi inserire questa specifica nella parte del testo riservata agli indennizzi. Questo rischia di mettere in crisi un intero settore costituito da migliaia di persone e di famiglie". Quindi, viene osservato, "auspichiamo che nell'iter di approvazione parlamentare della norma ci sia la possibilità di correggere quella che riteniamo essere un'incongruenza e di intraprendere un confronto serio e sincero con le regioni".

Zaia: "Serve maggior indennizzo e il confronto con il governo"

Quello degli operatori balneari è un problema che attraversa tutta la costa. Anche quella veneta. Infatti il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, si è esposto a favore di una correzione della norma. ''Solo riconoscendo il valore aziendale e l'indennizzo degli investimenti ai concessionari uscenti si possono tutelare realmente le imprese storiche che hanno creato e contraddistinto l'offerta balneare di qualità della Costa Veneta. Non siamo mai stati contrari alle gare, ma riteniamo che sia necessario garantire l'ammortamento e la valorizzazione dell'esperienza professionale: elemento imprescindibile per scrivere il futuro delle concessioni demaniali. Parliamo di un patrimonio materiale e immateriale che dal 2024 rischia di essere perduto, cancellando così una pagina importante delle nostre spiagge e la forza del nostro turismo ricreativo''. 

È  quanto detto da Zaia, sottolineando, assieme all'assessore al Turismo Caner, la necessità di intervenire nella proposta di legge contenuta nell'emendamento al Ddl Concorrenza, presentato dal Governo per la riforma del demanio marittimo, affinché vengano indennizzati tutti gli investimenti, sia quelli autorizzati sia quelli ammortizzati.

''Lasciare al gestore storico una sorta di avviamento di impresa è il riconoscimento del lavoro fatto negli anni in Veneto - rimarca il governatore -. Parliamo di un comparto composto da oltre 660 insediamenti che versa allo Stato oltre 10 milioni di euro di canone all'anno. Non è assolutamente accettabile che nel provvedimento sulle concessioni approvato dal Governo compaia solamente il concetto residuo di ammortamento. In Veneto gli imprenditori hanno sempre investito milioni di euro nelle proprie attività, fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare e per questo motivo la Regione intende continuare a fare la sua parte chiedendo una correzione della norma''.