AMALIA APICELLA
Cosa Fare

Fiori nei campi dell’Emilia Romagna, colori e tipi: come riconoscerli

Il fitopatologo Luigi Marchetti svela il periodo migliore per ammirarli: al periodo del massimo splendore manca ormai pochissimo. Gli effetti del cambiamento climatico sulle specie

Un campo di colza, la fioritura dell'ippocastano e del pruno: alcuni dei colori che si ammirano nelle campagne e nelle colline dell'Emilia-Romagna in primavera

Un campo di colza, la fioritura dell'ippocastano e del pruno: alcuni dei colori che si ammirano nelle campagne e nelle colline dell'Emilia-Romagna in primavera

Bologna, 22 aprile 2025 - Vi sarà capitato, camminando lungo pianure e vallate della nostra regione, di imbattervi in veri e propri giardini a cielo aperto. Grazie alla fioritura dei campi che, come un mosaico di colori, decora i paesaggi. Come non notare quei maxi campi tutti gialli, lungo le strade: si tratta di coltivazioni di colza. O le siepi di biancospino, dai petali candidi e profumo inconfondibile.  Lungo la riviera romagnola, per esempio, fiori selvatici, come i primi papaveri e le margherite, spuntano tra i campi di grano in fase di crescita, accanto a glicini che fanno capolino nei giardini delle case, viole e primule che rendono la zona ancora più vivace.

Uno spettacolo naturale evidente anche nelle terre del Delta del Po, dove i fiori selvatici convivono con una fauna ricca e variegata, creando un paesaggio incantato.  Le colline emiliane, invece, in particolare quelle delle zone di Modena, Reggio Emilia e Bologna, offrono un’alternanza di vigneti, boschi e campi di fiori che raggiungeranno il massimo splendore “tra una decina di giorni, a inizio maggio”.

A confermarlo è il fitopatologo Luigi Marchetti. Insomma, è il periodo giusto per ammirare fiori di campo, ma anche varietà più rare, come le colorate e graziose orchidee selvatiche.

“Le prime a fiorire sono le rosaceae - precisa Marchetti -, in particolare i pruni, come il prunus ornamentale, prunus mirabolano o pissardi. C’è anche tanta forsizia, dal colore giallo brillante, una pianta molto usata anche perché non soggetta a patologie, né di natura entomologica né crittogamico-micotica o fisiopatie”.

Quando assisteremo alla massima fioritura?

“Tra dieci giorni avremo una fioritura totale. Vedremo la deuzia, composta da arbusti primaverili che fanno bei fiori bianchi spesso inclinati verso la terra, infinitamente belli ed eleganti. Oppure il Cotognastro, foglie piccole e di colore verde scuro e fiori bianchi o rosa”.

Tra le fioriture spontanee quali spiccano?

“A maggio, tra qualche giorno, avremo gli ippocastani, i cui fiori bianchi sono riuniti in grandi infiorescenze a pannocchia. Una pianta purtroppo soggetta a molte patologie, come insetti che entrano nel insetto che entra nel mesofillo fogliare”.

I cambiamenti climatici cambiano il ciclo delle specie spontanee?

“La fioritura avviene sempre, che sia in anticipo o posticipata. Non c’è più un andamento uniforme delle stagioni, ma il clima influisce poco sulla fioritura a mio parere”.

E i cambi di temperatura in che modo influiscono?

“Gli abbassamenti repentini di temperatura creano un’anomalia e possono influire sulle fiosiopatie, ovvero le alterazioni non parassitarie ma ambientali come la clorosi, ovvero l’ingiallimento delle foglie. Il cattivo tempo dei giorni prima di Pasqua, per esempio, non ha influito sul processo foto-sintetico e fisiologico delle piante: gli abbassamenti di temperatura e le piogge non sono state così rilevanti”.