Giornate Fai Primavera 2023: dove andare in Emilia Romagna il 25 e 26 marzo

Aperture speciali nei luoghi patrimonio culturale della regione, spesso meno conosciuti: ecco l’elenco dei posti da visitare

Elenco dei luoghi scelti per le aperture speciali delle Giornate FAI di Primavera 2023

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Bologna, 16 marzo 2023 – Ville, chiese, palazzi storici, castelli: un’idea per cosa fare sabato 25 e domenica 26 marzo in Emilia Romagna ce la dà Fondo ambiente italiano con le Giornate FAI di Primavera, giunta alla 31esima edizione. Ecco l’elenco dei luoghi FAI da visitare durante l’apertura speciale.

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Bologna

Palazzo Dall’Armi Marescalchi

Una prima edificazione del palazzo è fatta risalire al Quattrocento, ma la sua veste attuale si deve alla ricostruzione voluta nel 1613 dal senatore Aurelio Dall'Armi, mantenendo la configurazione planimetrica a doppia corte. Nel 1614, a seguito della morte di Aurelio Dall'Armi, il palazzo pervenne, per via ereditaria, alla famiglia Marescalchi che ne portò a compimento il progetto di rinnovamento che coinvolse anche tutto l'apparato decorativo interno. Di notevole interesse artistico sono gli interventi decorativi attribuiti a Francesco Brizio e a Felice Giani, uno dei maestri del neoclassicismo italiano che si occupò, nel 1810, della decorazione della splendida sala da pranzo di forma ovale. L'edificio ospita attualmente la sede della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara. Al suo interno custodisce affreschi di Guido Reni e della scuola dei Carracci (Ingresso riservato agli Iscritti FAI).

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Itinerario “I luoghi del sapere”

Accademia delle Scienze Si tratta du un’istituzione di studio e ricerca di antica origine, inserita nel più ampio complesso di Palazzo Poggi. Nel 1711, anno della sua costituzione, Marsili scelse di donare la sua ricca collezione di documenti, libri e oggetti all'Istituto. Con la riforma voluta nel 1745 da Papa Benedetto XIV, l'Accademia divenne un centro di riferimento europeo per le scienze sperimentali, mediche e fisico-matematiche, e oggi è ancora molto attiva, soprattutto con attività seminariali di alta specializzazione e momenti di divulgazione culturale. All’interno è possibile ammirare le decorazioni di Pellegrino Tibaldi con interventi a “grottesca” e affreschi legati al ciclo di Ulisse. (Ingresso su prenotazione)

Biblioteca Universitaria La Biblioteca Universitaria occupa una parte centrale di Palazzo Poggi e ospita una delle raccolte di manoscritti e testi antichi più importanti del mondo. La biblioteca nacque quale parte integrante dell'Istituto delle Scienze fondato dal Marsili e ne costituì un luogo di riferimento per gli studiosi di diverse epoche. Nel corso dell'Ottocento il bene, così come l'intero complesso di Palazzo Poggi, divenne sede dell'Università di Bologna.  (Ingresso su prenotazione)

Palazzina della Viola La Palazzina nacque come luogo di delizie per la famiglia Bentivoglio e si trova al centro del complesso universitario di Filippo Re. Dopo la cacciata dei Bentivoglio, fu prima sede del collegio teologico fondato dal cardinale Bonifacio Ferrerio e poi, nel 1803, sede della Scuola Agraria dell'Università. Oggi l’edificio ospita alcuni uffici dell'Università di Bologna. L'impianto decorativo principale è di stampo cinquecentesco e legato alle numerose opere volute dalla famiglia Ferrerio: è a questa fase che dobbiamo ascrivere le scene mitologiche dipinte da Innocenzo da Imola nel loggiato e il dipinto murale con le Storie di Costantino e Papa Silvestro realizzato da Prospero Fontana nel salone di rappresentanza al piano nobile. 

Rettorato Università di Bologna – Palazzo Malvezzi Ca’ Grande Il Rettorato dell'Università di Bologna, cuore pulsante dell'attività amministrativa dell'Ateneo, si trova all'interno di quella che fu la Ca' Grande, residenza primaria del ramo capostipite della famiglia Malvezzi. L'edificazione del palazzo iniziò nel 1444 a opera di Gaspare Malvezzi. Notevoli ampliamenti verranno realizzati verso la fine del Cinquecento. L'edificio visse una nuova stagione con la vendita del 1827, che diede avvio ai lavori, realizzati dall'architetto Giovanni Battista Martinetti, per collegarlo con il vicino palazzo Poggi, al fine di creare un unico grande complesso per la Pontificia Università di Bologna. Altri interventi di ammodernamento vennero poi svolti negli anni '30 del Novecento, con il radicale restauro della facciata e la creazione di nuovi spazi e di un imponente scalone in marmo. L'attuale configurazione del palazzo rende ben visibile questa stratificazione storica, con la presenza di importanti soffitti decorati da Ubaldo Gandolfi e la splendida Galleria degli Stucchi di fine Settecento, così come gli interventi più recenti. (Ingresso su prenotazione)

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Ravenna

Archivi Mazzini a Massa Lombarda

Gli archivi di ricerca Mazzini, realtà di eccellenza unica in Italia, nascono alla fine degli anni Settanta, quando Attilio Mazzini inizia una meticolosa ricerca di colori, forme e design originali che lo portano a conservare capi di interessante contenuto stilistico ed emozionale. Un archivio di ricerca fatto non di carte, ma di abiti, calzature, borse, accessori di ogni genere, che si configura oggi come l'archivio di abbigliamento più grande d'Europa, uno scrigno di memoria della moda dai primi del Novecento al contemporaneo. Il percorso si addentrerà poi tra straordinarie teorie di indumenti e accessori collocati in base alla tipologia, all'epoca, allo stilista ideatore, al colore, al materiale, dal Novecento fino a oggi: un viaggio fatto di vissuto, storia, attualità, arte cultura, design.

Ferrara

Impianto idrovoro di Saiarino, Argenta

Siamo nella bassa pianura Padana, dove il delicato rapporto tra terra e acqua caratterizza da sempre le politiche di governo del territorio. Il progetto idraulico per la bonifica della pianura tra i fiumi Reno e Sillaro venne affidata all'ingegner Pasini e prevedeva la divisione dell'intero bacino in acque alte (che scolavano per gravità nel Reno) e acque basse (che dovevano essere sollevate). Il complesso di architettura proto-industriale di Saiarino meraviglia ancora oggi, dopo oltre un secolo, per la lungimiranza della progettazione. Tutto il complesso, circondato da tigli secolari, è integro e funzionante; al suo interno si possono ammirare la magnifica Sala Liberty con le pompe idrovore del Novecento, interessanti dispositivi tecnici d'epoca, oltre a un interessante plastico che illustra il complesso funzionamento del sistema della Bonifica Renana.

Ex zuccherificio e garzaia a Codigoro

Entrato in funzione nel 1899, lo zuccherificio cessò definitivamente la sua attività nel 1972, e a scongiurare la demolizione fu il vincolo apposto dalla Soprintendenza nel 1989. Il percorso si svolgerà in un contesto di archeologia industriale e nell'area circostante, divenuta nel tempo la “casa” di alcune specie di uccelli migratori, colonie di aironi che nidificano in questa oasi di pace.  La particolarità del luogo è dovuta anche al fatto che la natura, indisturbata dalle azioni dell'uomo, si è appropriata della fabbrica, avvolgendo interni, radicando nei piani pavimentali, arrampicandosi sui muri. La visita è a cielo aperto, gli edifici potranno essere visitati solo dall'esterno; attraverso un sentiero creato appositamente dai curatori dell'oasi, si raggiungerà la garzaia, dove è atteso anche un momento musicale.

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Piacenza

Palazzo Ferrari Sacchini Calciati Costa

Questo monumentale gioiello architettonico nel centro storico fu voluto dal conte Corrado Ferrari che decise intorno al 1680 di ricostruire la propria dimora affidandone il progetto ai bolognesi Bibiena, giunti in città al servizio dei Farnese. La facciata è vivacemente decorata, il cortile interno è caratterizzato da un doppio loggiato a colonne binate con trabeazione e arcate ribassate da cui si accede allo scalone a tre rampe, riccamente decorato a stucco e con statue in nicchie attribuite a Provino Dalmazio della Porta. L'interno presenta pregevoli decorazioni ad affresco riconducibili a Robert De Longe e a Giovanni Battista Natali; era rivestito da tele con nature morte di Marcantonio Rizzi. Il palazzo è di proprietà Demanio dello Stato ed era un tempo sede degli uffici del Ministero del Tesoro e della Commissione Tributaria provinciale.

Palazzo Scotti da Vigoleno

La costruzione del palazzo prese avvio nel 1717, per volere del Marchese Filippo Scotti, e terminò un decennio dopo. L'edificio ospitava 11 membri della famiglia. una delle più antiche e prestigiose dell'aristocrazia piacentina, e 28 membri della servitù. In epoca napoleonica la dimora fu parzialmente requisita a uso delle truppe francesi e nel 1878 venne venduta all'Amministrazione Provinciale di Piacenza, che nel 1887 vi trasferì i suoi uffici e quelli della Prefettura. Esternamente l'edificio appare sobrio e, nonostante le notevoli dimensioni, la sua struttura è semplice e lineare, in contrapposizione con gli interni sfarzosi. La decorazione interna fu affidata a Francesco Natali e Bartolomeo Rusca, artisti di notevole importanza nella Piacenza dei secoli XVIII e XIX.

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