Bologna, 2 settembre 2024 – In Emilia-Romagna ci sono due luoghi ‘segreti’, in grado di offrire un mix magico di atmosfere e rappresentare, perciò, un’alternativa valida a Venezia, senza la folla che contraddistingue la città lagunare: questi due luoghi sono Ravenna e Comacchio. È così che il Times di Londra - uno dei quotidiani più prestigiosi al mondo (fondato nel 1785), letto ogni giorno da 24 milioni di persone, con oltre 46 milioni di visitor mensili del sito web - racconta, in un lungo articolo, Ravenna, Comacchio e tutta l’area del parco del Delta del Po. La penna è quella del giornalista britannico Norman Miller, ospite di un viaggio stampa organizzato dall’ufficio turistico regionale lo scorso giugno.
Alla scoperta di Ravenna
"Sebbene oggi sia spesso trascurata dai turisti – si legge nell’articolo del Times - Ravenna è stata la fiorente capitale di un trio di imperi, romano d'Occidente, ostrogoto e bizantino, per tre secoli. Quella gloria leggendaria ha lasciato non meno di otto siti Patrimonio dell'umanità Unesco. Ravenna è anche un luogo di pellegrinaggio letterario, poiché Dante Alighieri trovò qui rifugio definitivo dopo essere stato condannato all’esilio.
Assistendo a una delle letture che si svolgono ogni giorno, alle 18, nel suo mausoleo in via Dante Alighieri (dove altro?), è difficile immaginare che, fino a quando il sommo poeta non ha dimostrato il contrario, l'italiano fosse liquidato dagli snob come lingua ‘volgare’ (‘del volgo’, ovvero del popolo, rispetto al più colto latino, ndr)”.
I mosaici bizantini, tesoro della città
Poi, il giornalista si sofferma compiaciuto sui mosaici bizantini, autentica icona della città ravennate. Il tour inizia dal mausoleo di Galla Placidia, con queste parole: "Al mio ingresso ci sono meno di una dozzina di persone […]. Roberta Merendi, la mia guida, decodifica l’iconografia distintiva dei mosaici all’interno. ‘Gesù a Ravenna è raffigurato come un giovane uomo, vivace e felice, non sofferente sulla croce’, mi dice allegramente, prima di rivelare che il musicista Cole Porter ha preso ispirazione per uno dei suoi capolavori osservando il firmamento celeste, blu e oro, che scintillava in antichi frammenti di vetro veneziano sopra di me. Ma questo è solo un preambolo alla vasta basilica ottagonale di San Vitale lì accanto, considerata un modello per l'epica Santa Sofia di Istanbul. L'imponente interno è un tributo scintillante alle prime celebrità cristiane, come l'imperatrice Teodora (moglie dell'imperatore romano d'Oriente del V secolo Giustiniano), ritratta in verdi lussureggianti, ori brillanti e blu profondi. Così appassionanti dovevano essere i mosaici della vicina basilica di Sant'Apollinare Nuovo, che papa Gregorio Magno, nel VI secolo, ordinò presumibilmente di annerirli, per far sì che i fedeli restassero concentrati”.
La cucina ravennate e lo spettacolo della basilica di San Francesco
Non può mancare una nota di merito per la cucina tipica ravennate. "Anche le mie cene – scrive ancora l’inviato del Times - sono memorabili. Vicino alla tomba di Dante e al museo adiacente, i piccoli piatti del Caffè Alighieri rivisitano la classica cucina romagnola, tra cui minuscoli fagottini di ‘spoja lorda’ con limone, pistacchi e tartare di gamberi, oltre a seppie grigliate con fave e carciofi serviti nel portico più raffinato di Ravenna. All'Osteria del Tempo Perso gli strozzapreti sono un accompagnamento sostanzioso per le vongole, mentre i calamari sono ripieni di cime di rapa e olive, ricoperti di salicornia. A proposito di pesci, non perdetevi la Basilica di San Francesco. Non solo è qui che si tennero i funerali di Dante nel 1321, ma la struttura ospita anche uno degli spettacoli più magici di Ravenna: una gloriosa cripta allagata, in cui, infilando una moneta da un euro in una fessura, si accendono luci che rivelano pesci rossi intenti a scivolare serenamente su un pavimento a mosaico del X secolo”.
Da Ravenna a Comacchio, lungo il delta del Po
Il bel racconto di Norman Miller si sposta dunque verso la costa ferrarese: “è tempo di andare al mare – scrive ancora -. Al suo apice imperiale, Ravenna era un porto chiave dell'Adriatico, poi, secoli di insabbiamento del Delta del Po hanno spostato la costa verso est. Oggi, una dolce pista ciclabile (o un autobus locale) corre per quattro miglia dal cuore della città fino alle pinete costiere dietro Punta Marina, la prima di una serie di piccoli stabilimenti balneari che arrivano fino a Comacchio, 20 miglia più su, lungo la costa del Delta del Po.
Se dovessi immaginare una Venezia in miniatura dei tempi pre-turismo, eccola qui: un centro lagunare in attività, costruito in cima a 13 piccole isole, con canali che serpeggiano attraverso una città colorata del XVII secolo, dove la gente del posto si occupa dei propri affari. C'è anche un porto di pescatori del XV secolo, chiamato Porto Garibaldi, dove la mia guida locale, Pietro Cavalieri D'Oro, si ferma a chiacchierare con il suo cugino pescatore sulla banchina, prima di dirigerci verso il centro storico. Chiedo delle baracche fatiscenti su palafitte che incorniciano la riva della laguna tutt'intorno a Comacchio, addobbate con reti su pali giganti. "Erano costruite per i coltivatori di vongole", dice. "Ma erano anche adatte per il gioco d'azzardo, per ubriacarsi e trascorrere del tempo con le amanti". Il pensiero torna a una Venezia più antica, ad esempio ai tempi di Casanova".
Comacchio, antica capitale europea dell'anguilla
“Comacchio è stata per secoli la capitale europea dell'anguilla – prosegue il giornalista -, un'eredità raccontata nella Manifattura dei Marinati, l'ex fabbrica di sottaceti trasformata in un suggestivo museo. Gran parte della vecchia struttura di lavoro è ancora al suo posto, incluso il portale sul lato del canale, dove le anguille venivano portate direttamente in barca, prima di essere arrostite allo spiedo, immerse in aceto infuso di alloro e conservate in imponenti tinozze di legno, che tuttora riempiono una stanza adiacente. Sebbene la pesca eccessiva abbia decimato il pescato, i giganteschi camini alimentati a pino del museo tornano in vita ogni autunno per la sagra annuale dell'anguilla della città (28 settembre-13 ottobre). Negli anni Cinquanta, attratta dal suo status di Venezia in miniatura sul Delta del Po, Sofia Loren espresse il desiderio di girare un film a Comacchio. Fu scelta, ovviamente, per interpretare la focosa moglie di un pescatore che lavorava nella fabbrica di sottaceti: il film cult del 1954 che ne risultò, La donna del fiume, è ancora celebrato in tutta la città».
Le foto malinconiche di Sofia Loren, che fissa con aria sensuale il luccicante carico di pesci, fanno bella mostra di sé, fra l’altro, alla Pescheria Trepponti, che prende il nome dal vicino ponte-canale a tre vie, autentico simbolo della cittadina ferrarese.
"Dopo pranzo – conclude Miller -, salgo sulla piccola barca di D'Oro, per addentrarmi nei sereni canali della laguna e sgattaiolare nell'idillio acquatico del Parco nazionale del Delta del Po. Le rive sono punteggiate dai casoni, tipiche capanne basse, imbiancate a calce, nelle quali intere generazioni di pescatori trascorrevano diverse settimane (nell’ambiente allora inospitale e paludoso della zona, ndr), a catturare anguille in trappole di vimini. Per più di un'ora procediamo lentamente, senza vedere un altro essere umano, solo fenicotteri che si alzano in volo al nostro avvicinarsi, sfiorando l'acqua come deliziose freccette rosa allungate”.