Covid, medici e infermieri positivi. Ospedali verso il collasso in tutta l’Emilia-Romagna

Da Piacenza a Rimini sale il numero dei contagiati fra il personale sanitario. Al momento sono in isolamento 1.300 operatori, il 3% circa del totale I sindacati: "Lavoratori stremati, iniziano gli accorpamenti in corsia"

Bologna, 6 luglio 2022 - Sono almeno 1.300 tra medici, infermieri, operatori socio sanitari, fisioterapisti, ostetriche contagiati dal Covid (che corrisponde circa al 3 per cento del personale sanitario) quindi non presenti nelle varie strutture ospedaliere dell’Emilia Romagna.

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La nuova emergenza Covid è rappresentata dai contagi del personale sanitario
La nuova emergenza Covid è rappresentata dai contagi del personale sanitario

La nuova variante Omicron BA.5 sta colpendo in modo massiccio gli operatori sanitari, anche se con sintomi lievi, così come del resto sta accadendo nella popolazione. Ma la sintomatologia (a volte del tutto assente) non impedisce che per la salvaguardia dei pazienti ricoverati tali operatori debbano restare a casa fino a quando non saranno completamente negativi al virus. Un problema serio che ha preso in contropiede le strutture sanitarie che non si aspettavano una recrudescenza tale del virus nei mesi estivi. Secondo i dati forniti dall’assessorato regionale alla Salute (aggiornati a qualche giorno fa) il personale sanitario positivo al Covid negli ospedali dell’Ausl di Piacenza sono 61, in quelli dell’Azienda ospedaliera e in quella Universitaria di Parma sono complessivamente 108, nell’Ausl di Reggio Emilia gli assenti sono 149, a Modena, tra Ausl e Azienda ospedaliera universitaria sono 121, negli ospedali dell’Ausl di Bologna sono 204, sempre nel capoluogo di Regione, al Sant’Orsola sono 130 e al Rizzoli 21. Nell’Ausl di Imola mancano in 29, a Ferrara, tra Ausl e Azienda universitaria i contagiati sono 103, mentre nell’Azienda Ausl della Romagna il personale medico assente sfiora le 380 unità.

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Paolo Palmarini, segretario regionale Uil-Fpl, non nasconde la preoccupazione per la situazione e le conseguenze delle assenze sull’assistenza ai pazienti: "Abbiamo più personale sanitario ammalato quest’anno che durante la scorsa estate, proprio mentre le Aziende Usl stavano cercando di smaltire le liste d’attesa. In questa condizioni penso che, purtroppo, non si riusciranno a eliminare con la velocità che era stata annunciata. Questo – prosegue il sindacalista – perché il personale è talmente ridotto all’osso che basta un’assenza per mettere in difficoltà un reparto. E ci sono già strutture come il Maggiore di Bologna che hanno annunciato accorpamenti: questa mattina, tramite mail ci hanno informati che uniscono il reparto di Chirurgia vascolare con quello di Otorino e sono 18 posti letto in meno".

Sulla stessa lunghezza d’onda Vittorio Dalmastri, segretario regionale dell Fp-Cgil: "L’assessore Donini sta cercando di fare il possibile per chiedere più soldi al governo, ma siamo indietro proprio in un periodo in cui ci sono da fare anche le ferie: il personale è stremato dopo due anni di Covid e deve potersi riposare. Purtroppo abbiamo situazioni in cui nemmeno le gravidanze vengono coperte da sostituzioni. Il problema è il solito che dibattiamo da anni: la mancanza di personale. Se parti da una base già così carente poi basta poco perché le strutture vadano in sofferenza".