REDAZIONE EMILIA ROMAGNA

Aggressioni al pronto soccorso: +11,7% in Emilia-Romagna

Le vittime sono molto spesso infermiere, a scatenare la violenza sono gli stessi pazienti (62%). L’assessore: “Oltre alla vigilanza, telecamere in tutte le strutture”

Medici e soprattutto infermiere: ecco chi sono i sanitari più a rischio aggressione

Medici e soprattutto infermiere: ecco chi sono i sanitari più a rischio aggressione

Bologna, 10 marzo 2025 – Una vera emergenza, come quella che fronteggiano ogni giorno nei pronto soccorso della regione. E invece in questi casi, sono loro le vittime: il fenomeno delle aggressioni a sanitari è in costante aumento, anche in Emilia-Romagna.

Quante aggressioni ci sono in regione

Ecco gli spaventosi numeri: +11,7% rispetto all’anno precedente. Ossia 2.682 nel 2024 rispetto alle 2.401 del 2023. In particolare, aumentano le aggressioni verbali (+12,5%), in leggero calo invece quelle fisiche (-11,9% rispetto al 2023). I luoghi dove questi episodi avvengono con più frequenza sono i reparti di degenza (32,4%), i Pronto soccorso e i servizi di emergenza territoriale, Cau compresi (24,1%), i servizi psichiatrici e delle dipendenze (17,2%) e gli ambulatori (11,7%).

Guardando i numeri della sola Ausl di Bologna (che comprende il capoluogo e la sua provincia, tranne il territorio imolese): nel 2024 sono state registrate 474 segnalazioni (contro le 351 del 2023): 432 sono state di tipo verbale, 105 di tipo fisico (furono 75 nel 2023) e 55 contro la proprietà (danneggiamento di oggetti, arredi, attrezzature).

Chi sono gli aggressori e gli aggrediti

Secondo i dati raccolti con "SegnalER", nel 2024 sono gli infermieri la categoria più esposta, rappresentando il 57,9% delle aggressioni, seguiti dai medici (13,6%) e dagli operatori socio-sanitari (11,4%). Ma chi sono, in genere, gli aggressori? In maggioranza sono gli stessi utenti o pazienti (62,6%), mentre nei restanti casi si tratta di parenti, caregiver, conoscenti o estranei.

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Violenze ai sanitari: si moltiplicano i casi di aggressioni a medici e infermieri nei pronto soccorso

Cosa si sta facendo

Già oggi tutti i Pronto soccorso hanno servizi di vigilanza in appalto. "Confidiamo di attivare i percorsi perché tutti i Ps possano avere sistema di sorveglianza, allerta rapida e posti di polizia per potere garantire interventi tempestive", assicura l'assessore regionale alla Sanità Massimo Fabi, avvertendo: "E' importante denunciare e segnalare".

Le donne le più colpite

Il 74% delle segnalazioni ha coinvolto operatori  di genere femminile (quindi quasi sempre infermiere) e il 23,5% di genere maschile – sono i conti dell’Ausl bolognese –. Nel rimanente 2,6% non è possibile risalire al genere perché la segnalazione riguarda più operatori o perché non è nota l’identità del segnalante. 

Come stanno i sanitari aggrediti

Anche in questo caso, i numeri appartengono all’Ausl bolognese ma è facile presumere che il trend sia uguale in tutta la regione. Nel 92,2% dei casi (437 segnalazioni) l’aggressore è stato fermato in tempo, non ha causato lesioni oppure lesioni lievi che non hanno richiesto trattamenti. Nel 7% (33) l’operatore aggredito ha dovuto sottoporsi a visita medica, osservazioni, monitoraggi, approfondimenti clinico strumentali, trattamenti semplici o complessi. Poi c’è lo 0,4% (2 casi a Bologna e provincia) ricade nella categoria che comprende l’uso di corpi contundenti o armi, il pericolo di vita, violenza per motivi razziali o sessuali, traumi e ferite gravi, ricovero ospedaliero, infortuni o esiti permanenti nonché il decesso.