Allarme clima, l’Emilia-Romagna tra le regioni più a rischio d’Europa

Anche il Veneto e la Lombardia nella top 10 delle aree più esposte agli eventi meteorologici estremi e al cambiamento climatico nel 2050. L’analisi di Xdi

Bologna, 20 febbraio 2023 – L’Emilia Romagna è l’ottavo posto nella top ten delle regioni europee più esposte agli eventi meteorologici estremi e al cambiamento climatico nel 2050.

Nella stessa classifica il Veneto occupa il quarto posto, la Lombardia il quinto.

Lo afferma la prima analisi globale del patrimonio immobiliare e del territorio compiuta per gli investitori da Xdi (The Cross Dependency Initiative), tra i leader mondiali nell'analisi del rischio climatico fisico, precisando che l'Italia, la Germania e la Russia hanno più regioni nella top 10 di quelle più a rischio d'Europa.

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I rischi principali

Ma quali sono i rischi che possono causare più danni in Europa? Le inondazioni fluviali e superficiali certamente, ma anche quelle combinate con l'inondazione costiera sono fra gli otto pericoli climatici estremi insieme con caldo estremo, incendi boschivi, movimenti del suolo (legati alla siccità), vento estremo e congelamento, spiega Xdi. Sulla base di questi otto fattori si calcola il rischio climatico interno lordo.

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Come funziona il calcolo

Il dataset Xdi 'Gross Domestic Climate Risk' mette a confronto oltre 2.600 regioni (o altre entità substatali) di tutto il mondo in base alle proiezioni dei danni agli edifici e alle proprietà causati da eventi estremi e mette in luce la vulnerabilità dei centri economici.

Il confronto del rischio fisico in relazione al clima per il 2050 in Europa ha rilevato che Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna in Italia sono le regioni europee che rientrano nella top 100 delle regioni più a rischio del mondo.

Luca Iacoboni, responsabile programmi nazionali di Ecco, think tank italiano per il clima, osserva che "il costo dell'inazione è di gran lunga più alto di quello che si dovrebbe sostenere per mettere in campo efficaci azioni di mitigazione e adattamento”. Suggerisce quindi di “allineare gli investimenti pubblici e incentivare quelli privati verso la vera decarbonizzazione” e “la revisione del Pnrr e del Pniec dovrà fornire segnali importanti per il settore privato e gli investitori”.