
Alluvione Faenza, 20mila firme di protesta consegnate (con la carriola) al presidente della Regione Emilia Romagna, Michele de Pascale
Bologna, 16 maggio 2025 – Sono arrivati con la carriola e hanno consegnato nelle mani del presidente regionale Michele de Pascale 20.000 firme raccolte tra gli alluvionati di Faenza.
A due anni dall'alluvione che ha colpito la Romagna i residenti tornano a fare sentire la loro voce con un nuovo appello alla politica. Appello che è stato ascoltato oggi da de Pascale e dal commissario straordinario Fabrizio Curcio, che hanno incontrato per circa un'ora la delegazione del comitato Borgo Alluvionato negli uffici della Regione a Bologna. Con loro anche il sindaco di Faenza, Massimo Isola.
Toni cordiali, anche se fermi, al termine del colloquio. "E' una grandissima responsabilità per me - ha detto de Pascale accogliendo i plichi con le sottoscrizioni al piano terra della torre della giunta - ma fare una firma verso una istituzione vuole dire da qualche parte avere una speranza che quell'istituzione dia una risposta".
Perché sottolinea il governatore Pd, "quando non si ha una speranza che quella istituzione dia una risposta non si raccoglie neanche delle firme, se lo fai vuol dire che dentro di te hai la speranza che le cose cambino. Dopo tanti mesi non è scontato". "Spero di potervi restituire queste firme alla inaugurazione della prima cassa di espansione", ha concluso poi de Pascale sempre rivolto agli esponenti del comitato.
"Aspettiamo questo appuntamento", gli hanno risposto i residenti del faentino, arrivati in Regione in felpa gialla e la consapevolezza di rappresentare le preoccupazioni e le istanze di 20.000 concittadini.
E il presidente de Pascale, durante l’incontro di oggi pomeriggio, con una delegazione dei comitati dei cittadini alluvionati di Faenza, a cui hanno partecipato anche la sottosegretaria alla Presidenza con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini, il commissario straordinario alla ricostruzione, Fabrizio Curcio, e il sindaco di Faenza, Massimo Isola ha illustrato gli interventi strutturali a protezione, in particolare, di Faenza: a monte, nel cuore e a valle della città. Opere necessarie, da realizzare nei tempi più rapidi possibile secondo le norme attuali.
Gli interventi previsti sono al momento quattro: due casse di espansione a monte della città, rispettivamente lungo il Lamone e il Marzeno, un’area di laminazione a protezione del centro di Faenza e un ultimo intervento a Reda, dopo il passaggio del fiume in città.
“Per un’istituzione come la Regione è una responsabilità doverosa ascoltare la voce dei cittadini che, con tono assolutamente civile, si rivolgono a noi per chiedere rassicurazioni dopo tanta paura e tanti danni - ha sottolineato de Pascale -. A loro abbiamo voluto rappresentare il nostro lavoro di questi mesi e dei mesi che verranno: sul Lamone abbiamo in cantiere interventi importanti, a cui vogliamo dare gambe già nei prossimi mesi, facendo tutto quello che si può fare per anticipare le risorse che sono previste nel nuovo decreto e sperando di aprire i cantieri già il prossimo anno".
"Il nostro obiettivo - ha proseguito il presidente - è mettere in sicurezza tutto il bacino del Lamone e assumerci la responsabilità di realizzare queste opere, pur sapendo che ci saranno polemiche. Ma fare casse di espansione e aree a tracimazione controllata è essenziale per la sicurezza dei territori, soprattutto su quest’area, che è quella che ci ha dato più problemi in questi anni. Siamo pronti a passare alla fase operativa”.