Alluvione in Emilia Romagna: dove e quali sono i fiumi esondati

In due giorni sono caduti 350 milioni di metri cubi d’acqua in un’area che comprende circa 100 comuni: così la tempesta perfetta ha messo in ginocchio la regione

Bologna, 29 maggio 2023 – Da Bologna a Riccione 23 fiumi sono esondati a causa della eccezionale andata di maltempo che ha colpito l’Emilia Romagna il 16 e il 17 maggio scorso e ha a sua volta causato la devastante alluvione. La cartina elaborata da Arpae (Agenzia prevenzione ambiente energia dell’Emilia Romagna) mostra la vastità dell’evento alluvionale che ha colpito gran parte della Regione. Una mappa impressionante in cui sono stati evidenziati in nero i fiumi che sono esondati o rotto gli argini, in alcuni casi entrambi i fenomeni in più punti, in rosso quelli che sono rimasti nel loro alveo ma hanno raggiunto il livello idrometrico di soglia 3, ovvero di allarme rosso. 

Alluvione: i fiumi esondati in Emilia Romagna
Alluvione: i fiumi esondati in Emilia Romagna

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Fiumi: piene ed esondazioni

Con 350 milioni di metri cubi d’acqua caduti nell’areale più colpito, all’incirca 800 chilometri quadrati di territorio, la portata dei fiumi si è ingrossata a tal punto da coinvolgere ben 100 comuni nelle esondazioni e nelle frane di questo disastro. Sono stati 23 i fiumi e corsi d’acqua che hanno sbriciolato gli argini, ponti e strade. La corsa incessante delle piene torbide di fango ha spazzato via tutto ciò che si trovava di fronte. Dal Savio fino a Montone, Lamone (nel video dal drone l’arrivo in mare), Senio e Idice, ecco alcuni dei fiumi e torrenti che hanno rotto o varcato gli argini anche in più punti. E ancora Quaderna, Sillaro, Santerno, Marzeno, Pisciatello, Lavino, Gaiana, Ronco, Sintria, Bevano, Zena, Rabbi, Voltre, Bidente, Ravone, Rio Cozzi, Rigossa, Savena. Mentre altri 13 corsi d’acqua, tra cui Marecchia, Rubicone, Panaro, Samoggia, hanno superato il livello tre di allerta, il massimo del rischio, in alcune stazioni di rilevamento. Perché oltre alle inondazioni, bisogna fare i conti anche con le frane.

Lavori e cantieri sui corsi d’acqua

Strade distrutte da ricostruire, infrastrutture gravemente danneggiate da ripristinare, colline franate da mettere in sicurezza e fiumi da ridisegnare: per fare tutto questo ci vorrà molto tempo e tante risorse economiche. Per quanto riguarda i corsi d’acqua, dopo la prima fase dell’emergenza sono stati avviati i primi cantieri. Già 63 quelli operativi che si estendono dal Ravennate, 21 in totale, per la riparazione di brecce e rimozione di legname o sistemazione di altri danneggiamenti. Almeno 25 sono i cantieri nel Bolognese tra interventi di riparazione di brecce e sistemazione di danneggiamenti arginali, oltre a una decina di interventi di rimozione rifiuti dal letto dei fiumi. Nel Riminese 3 i cantieri per la sistemazione di danni arginali e la rimozione dei rifiuti, nel Forlivese-cesenate, la zona più colpita dalle esondazioni, sono 14 i lavori in corso per la riparazione delle rotte sugli argini principali e per la pulizia dei fiumi.