L’Aquila, 6 luglio 2025 – La penna nera ora è salda sulla loro testa. Da ieri il corpo degli Alpini può contare su quattro giovani emiliano-romagnoli che, a dispetto della provenienza geografica distante dalle grandi vette nazionali, hanno scelto con convinzione di arruolarsi nella truppa dell’Esercito dei ’soldati di montagna’.

La cerimonia di ieri pomeriggio a L’Aquila in piazza del Duomo, con la quale i 130 giovani alpini hanno ricevuto il cappello con la penna nera dagli ’anziani’, ha chiuso ufficialmente il ciclo di addestramento che li ha portati a entrare nelle Truppe alpine dell’Esercito. Dopo undici settimane al Centro di addestramento alpino di Aosta, i militari del corso ’Solarolo III’ hanno viaggiato verso il capoluogo abruzzese per l’ultima tappa, con un perfezionamento sul Gran Sasso.

E ora i quattro emiliano-romagnoli – Ivan Puglia (Bologna, classe 2005), Marco Savini (Ravenna, 2005), Gianluca Di Lorenzo (Reggio Emilia, 2004), Edoardo Battaglini (Bologna, 2003) – sono pronti per la prima assegnazione ufficiale.
"Nel mio caso sarà a Belluno, al 7° Reggimento della della Brigata Julia – racconta il bolognese Battaglini –: era la mia prima scelta, fatta perché è un reparto molto operativo e spero che mi porti all’estero per missione". La vocazione di Battaglini, 22 anni, non nasce in famiglia, ma si è cementata giorno per giorno unendo la "passione per la montagna, per lo sci in particolare e per l’Esercito", spiega. Diplomato all’istituto tecnico agrario Serpieri, Battaglini ha avuto altre esperienze lavorative prima. "All’inizio in un’azienda agricola, in linea con il mio percorso di studi – racconta –, poi in Trentino per quattro mesi, in un negozio di noleggio sci, seguendo la mia passione per questo sport. Ma l’idea che avevo in testa, quella degli Alpini, restava".

Da qui la decisione di tentare la selezione "tra la felicità dei miei genitori e qualche titubanza iniziale loro – va avanti –, ma ho scelto questo corpo proprio per lo spirito di fratellanza e squadra che crea". E a dispetto del passato, "l’ambiente è inclusivo, c’è anche una ragazza di squadra".