
Un’ambulanza e, a destra, il direttore generale dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori
Ravenna, 14 maggio 2025 – Quattro mezzi privati con soccorritori, presumibilmente volontari con una formazione di primo soccorso, al posto degli infermieri. Sul potenziamento del 118 in Romagna, dove l’estate è il periodo di maggior lavoro a causa del turismo, si è infiammata la polemica. Nell’occhio del ciclone i mezzi aggiuntivi che si aggiungeranno alla dotazione ordinaria dal 9 giugno al 30 settembre, che in totale saranno nove: cinque con infermieri del 118 e gli altri quattro gestiti da privati.
A lanciare l’allarme nei giorni scorsi è stata la Uil: “La direzione aziendale compie un passo chiaro e netto che può essere interpretato nella direzione di una privatizzazione di pezzi della sanità”. E il segretario regionale Uilfpl Paolo Palmarini rincara la dose: “A bordo non ci saranno infermieri, ma un autista e un altro componente dell’equipaggio, che potrà essere un volontario, un dipendente, comunque non un infermiere. Può aver fatto corsi e avere un’infarinatura di primo soccorso, ma non sa gestire situazioni gravi”.
Nei giorni scorsi anche il sindacato Nursind ha detto che questo “rischia di compromettere la qualità del servizio di emergenza” e ha chiesto di “sospendere immediatamente questa riorganizzazione”. Stessa richiesta dalla Cgil di Forlì e Cesena. Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Luca Pestelli ha presentato un’interrogazione per conoscere i dettagli del progetto: “Le difficoltà nel reperire infermieri sono note e l’Ausl Romagna dovrebbe valorizzare il proprio personale infermieristico, anziché costringerlo a carichi di lavoro insostenibili e tagliare servizi essenziali”.
La replica dell’Ausl Romagna non si è fatta attendere. Ieri è intervenuto il direttore generale Tiziano Carradori: “Siamo costretti ad agire seguendo una strada che non è la nostra, visto che siamo l’unica azienda dell’Emilia-Romagna, per una mia precisa volontà espressa, a non avere finora mezzi di soccorso di base” (ovvero gestiti esternamente, ndr).
Carradori punta il dito contro la carenza di infermieri: “Su 315 infermieri del 118 ne mancano 38, il 12%. Facciamo concorsi di continuo ma non basta. Nel 2024 hanno fatto quasi 16mila ore di straordinario, in media hanno 128 giorni di ferie arretrati a testa. Come datore di lavoro non posso chiedere altro straordinario, stanno già facendo il massimo”.
Il direttore sottolinea che in Emilia-Romagna in media il 44% degli interventi del 118 viene operato da enti esterni e con “buoni risultati”. “Abbiamo controllato, abbiamo 140mila interventi all’anno. Di questi il 50% sono per problemi lievi, cioè richiedono solo il trasporto presso una struttura sanitaria” dice. E sul rischio che un soccorso in cui serve un clinico venga assegnato a un’ambulanza con soccorritore replica che “è molto molto minore rispetto a quanto accade altrove. Un rischio come tale non si può mai ridurre a zero, ma è ovvio che può essere minimizzato con determinati accorgimenti, tra cui una dotazione adeguata. Non saranno 4 mezzi del potenziamento su 9 a cambiare la situazione. La nostra dotazione di mezzi di soccorso avanzato a leadership medica e infermieristica è molto alta: uno ogni 21mila abitanti, in regione è quasi uno ogni 30mila”.