Anno giudiziario, l’Emilia Romagna è la seconda regione per femminicidi

La Pg generale reggente Lucia Musti: “Carenza d’organico e trasloco forzato, ma la giustizia funziona”

Inaugurazione dell'anno giudiziario

Inaugurazione dell'anno giudiziario

Bologna, 28 gennaio 2023 - Carenza di organico e l’imminente trasloco forzato sono i temi che più preoccupano la Corte d’appello e la Procura generale di Bologna, che questa mattina ha inaugurato l’anno giudiziario.

Ma “la giustizia funziona, rimboccandoci le maniche e senza lamentarci ” sottolinea il procuratore generale reggente Lucia Musti. La quale, dopo avere ricordato la sentenza di primo grado sul processo cosiddetto ai mandanti della Strage del 2 Agosto che ha portato alla condanna all’ergastolo di Paolo Bellini, e l’imminente inizio del processo d’appello a Gilberto Cavallini, fa il punto su alcuni dati statistici di rilievo.

Qui, spicca il dato per cui “nel nostro distretto si picchiano più le mogli rispetto allo spacciare in strada”: nel 2022 le iscrizioni per maltrattamenti in famiglia sono aumentate del 3,75%, passando da 2.610 a 2.708. Più delle iscrizioni per spaccio, “solo” 2.638.

E il maltrattamento in famiglia è spesso il reato “sentinella” che nei casi più estremi può trasformarsi in femminicidio. E l’Emilia-Romagna, spiega il presidente della Corte d’appello Oliviero Drigani, è al secondo posto in Italia. Su 120 femminicidi in Italia nel 2022, 11 sono stati nella nostra regione, seconda solo alla Lombardia. Un fenomeno grave che deve “fare riflettere che sulla diffusa realtà di aggressione e violenza contro il singolo individuo”, sottolinea il presidente.

Il procuratore Musti è poi tornata anche quest’anno a mettere l’accento sul problema delle mafie, con l’Emilia-Romagna “madre adottiva della ‘ndrangheta”, dice ricordando le sentenze delle operazioni Aemilia, Grimilde, Perseverance.