ROBERTO GRIMALDI
Cronaca

Caldo: la Regione Emilia Romagna verso il divieto di lavoro dalle 12 alle 16

Pressione dei sindacati per i settori più a rischio come l’agricoltura e l’edilizia. “Le ore si potrebbero recuperare la mattina presto. E vanno istituite le pause rinfrescanti”

Lavoratori a rischio colpo di calore: l'ordinanza della Regione Emilia Romagna vieterà il lavoro nei luoghi a rischio nelle ore roventi

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Modena, 27 giungo 2025 – Ormai è questione di pochi giorni: lunedì, la Regione Emilia-Romagna emetterà un’ordinanza che vieterà i lavori esposti al calore nelle giornate particolarmente torride, con temperature al di sopra dei 35 gradi percepiti, nella fascia oraria 12-16. Starà poi alle aziende, di concerto con i sindacati, rimodulare l’orario di lavoro privilegiando le ore più fresche. Se non sarà possibile rivedere i turni, resta la possibilità di chiedere la cassa integrazione.

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Per arrivare a questo ordinanza, c’erano già state diverse tappe d’avvicinamento: un primo incontro si era svolto il 18 giugno, presso l’assessorato al Lavoro della Regione Emilia-Romagna che aveva aperto il confronto tra le organizzazioni sindacali, confederali e di categoria, le associazioni datoriali e l’assessore regionale Giovanni Paglia. L’assessore Paglia aveva convocato l’incontro al fine di raccogliere le valutazioni delle parti sociali rispetto alla proposta di adozione dell’Ordinanza caldo, in vigore durante l’estate 2024. L’Ordinanza n. 101/2024 vietò dal 29 luglio al 31 agosto 2024 in tutto il territorio regionale, il lavoro nei settori agricolo e florovivaistico e nei cantieri edili ed affini dalle ore 12.30 alle ore 16 in condizioni di esposizione prolungata al sole, nei giorni e nelle aree segnalate ad “alto livello” di rischio dal Progetto di ricerca Worklimate2.0.

"Siamo in attesa dell’ordinanza – dice Rodolfo Ferraro della Fillea Cgil, sindacato dei lavoratori delle costruzioni – poi saremo disposti fin da subito a confrontarci con le aziende per una rimodulazione dell’orario di lavoro. Nei giorni di caldo intenso, se si vieterà il lavoro nella fascia oraria 12-16, si potrebbe, per esempio, anticipare l’inizio dei turni al mattino presto, oppure sfruttare le ore più fresche dopo le 17. In questo modo il monte ore dei lavoratori rimarrebbe invariato e le tempistiche dei cantieri verrebbero rispettate. E’ vero, esiste anche la possibilità di cancellare la giornata di lavoro per il caldo e ricorrere alla cassa integrazione, ma si tratterebbe pur sempre di una complicazione burocratica che tutti vorrebbero evitare. Da qui – spiega Ferraro – il tentativo, come prima soluzione, di rimodulare l’orario di lavoro”.

Non è finita. Nei cantieri e nei campi, si potrebbe copiare quello che si fa nelle partite estive di calcio quando le condizioni climatiche sono estreme: adottare il cooling break: "A orari prestabiliti – spiega Ferraro della Fillea Cgil – si potrebbero programmare delle interruzioni del lavoro per dare modo ai lavoratori di rinfrescarsi, assumere liquidi, passare un po’ di tempo all’ombra o riparati dal sole, in modo da riposarsi e riprendersi dalla fatica. Dove sarà possibile, cercheremo anche di ombreggiare i luoghi dove è prevista la presenza di lavoratori. Tutto questo – continua Ferraro – per tutelare prima di tutto la salute di chi opera sotto il sole. In Veneto è morto un muratore di 29 anni, sembra che la causa possa essere un colpo di calore. Ormai il clima è cambiato, le temperature sono più elevate rispetto al passato e anche i ritmi di lavoro vanno adeguati. Aggiungo a questo proposito che, nel campo dell’edilizia, tra le malattie professionali è aumentata l’incidenza del tumore della pelle, una neoplasia che può avere tra le cause l’eccessiva esposizione al sole. Un aspetto che andrà approfondito, ma per il momento la tutela dal caldo nelle giornate estreme è un primo passo che ci sembra molto importante”.