Bologna, 25 settembre 2024 – “Uno scenario di guerra: tronchi che rotolavano in strada e un’onda di fango, terra e legname che ha, di nuovo, messo in ginocchio la Romagna”. È sconsolato Valerio Molinari, presidente Centro studi per il cambiamento climatico, nel raccontare quello che ha visto, 17 mesi dopo l’alluvione di maggio 2023, quando è andato a spalare il fango la scorsa settimana.
Molinari, lei è andato ad aiutare con pala e scarponi. Com’è la situazione adesso?
"L’acqua che si è ritirata ha fatto emergere i danni, che sono anche molto ingenti”.
Un incubo che si ripete.
"Questa precipitazione è stata molto più violenta perché si è concentrata in 16 ore di pioggia ininterrotta. Quello che ha determinato i danni è stato l’accumulo di legname e detriti vegetali che si sono bloccati a ridosso dei vari punti del sistema infrastrutturale”.
Com’è stato possibile?
"Oltre alle esondazioni fluviali, il dramma è dettato dal fatto che il sistema stradale è pieno di vegetazione non tagliata con regolarità e ha riempito di tronchi e rami i fiumi”.
Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha affermato che “in certe zone oggi non si può più vivere”…
"È vero che alcuni edifici costruiti 100 anni fa siano obsoleti strutturalmente. Chiaramente, come abbiamo visto, molti se ne stanno già andando e questo non è un bene per il territorio”.
È un problema di maltempo o cambiamento climatico?
“E’ un 50 e 50. Il problema va ricercato nella pianificazione del territorio. Dobbiamo aggiornare il dato statistico degli anni ‘80 al cambiamento climatico odierno”
Ad esempio?
"Se una volta bastava contenere l’acqua con un fosso profondo 50 centimetri, oggi devo costruirlo di 1,5 metri. Per questo serve una costante manutenzione infrastrutturale”.
Cosa si può fare per migliorare la situazione?
"Coinvolgere il territorio nelle scelte di pianificazione. Se ho un ministro che da Roma dice ai tecnici della Regione (con sede a Bologna) di cambiare le cose, come fanno da Bologna a comprendere la situazione di chi vive in Romagna?”.
Si spieghi
"Serve un nuovo meccanismo: indagini sul territorio, estrarre i dati dei droni e confrontarli con i dati statistici e aggiornare il dato degli anni ’80. Infine, continuare con la manutenzione delle strade”.
I comuni lamentano mancanza di fondi e personale.
"All’estero i disoccupati vengono temporaneamente assunti per la manutenzione delle strade. Questo non può essere un problema del cittadino quando io nel deposito ho oltre 200mila euro di danni e c’è gente che ha perso tutto”.
Cosa ne pensa delle dichiarazioni del ministro Musumeci?
"Musumeci ha dimenticato di sottolineare che i danni di queste due alluvioni superano i 14 miliardi di euro e loro hanno erogato 596 milioni di euro. In ogni caso non voglio farne un tema di destra o sinistra”.
Invece cosa dovrebbe fare il nuovo presidente della Regione?
"Prima approvare dei sopralluoghi lungo tutto il corso d’acqua, poi analizzare le risorse a disposizione, dopodiché approvare le scelte tecniche a tutela dei cittadini. Basta al rimpallo delle responsabilità, noi abbiamo bisogno di risposte”.