LORENZO PASTUGLIA
Cronaca

Clima migliore, in Emilia Romagna brilla solo Rimini. Piacenza maglia nera

La classifica stilata da Il Sole 24 Ore con i dati forniti da 3bmeteo relativi al decennio 2014-2024. In testa c’è Bari. In basso i capoluoghi della nostra regione: Ravenna 40esima, poi Forlì-Cesena al posto 46. Bologna 74esima, in fondo ci sono Reggio Emilia e Parma

Rimini al 13esimo posto nella classifica dei capoluoghi per miglior clima

Rimini al 13esimo posto nella classifica dei capoluoghi per miglior clima

Bologna, 28 aprile 2025 — Chi ha il clima migliore? Bari, anche quest’anno, secondo l’ultima edizione della classifica stilata da Il Sole 24 Ore con i dati forniti da 3bmeteo relativi al decennio 2014-2024. In Emilia Romagna si distingue solo Rimini: al 13esimo posto. Molto meglio le Marche, con Ancona e Pesaro nella top ten. Tutte le altre città sono più in basso. Il capoluogo di regione pugliese, con un punteggio complessivo di 744,3, è il migliore delle 107 città capoluogo, seguita da due territori della costa Adriatica: la vicina Barletta-Andria-Trani, seconda con 733,2 punti e i cui dati sono riferiti alla performance media dei tre capoluoghi, e infine Pescara al terzo (732,8).  

Come è stata stilata la classifica  

Per decretare la classifica sono stati valutati 15 parametri che misurano le più frequenti condizioni di “bel tempo”: soleggiamento, brezza estiva, indice di calore, nebbia, ondate di calore, giorni freddi, precipitazioni estreme, umidità relativa, raffiche di vento, escursione termica, notti tropicali, circolazione dell’aria, caldo estremo, percentuale giorni consecutivi senza pioggia, intensità pluviometrica, ri-parametrati da 0 a 1000. L’indice del clima, indagine nata nel 2019, è la prima tappa verso l’edizione 2025 dell’indagine annuale sulla Qualità della Vita.

L’Emilia-Romagna, le posizioni in classifica

Non sono altissime invece le posizioni delle principali località dell’Emilia-Romagna. Fatta eccezione per Rimini, di poco fuori dalla top-10 (13° posto, con un punteggio di 684,1) — dove le ondate di calore sono altissime (punteggio di 926,4), così come il caldo estremo, ovvero i giorni con temperatura massima di 35 gradi (981,9), l’escursione termica (775,1) e l’intensità pluviometrica (778,6) — seguono Ravenna al 40° (617,6), poi Forlì-Cesena al 46° (610,9). Bologna è solo 74esima (560,8), Modena 90esima (526,8), quindi cinque posizioni indietro c’è Ferrara (519,8). Fanalini di coda sono Reggio Emilia al 100° posto (510,4), Parma (101°, 500,8) e Piacenza (103°, 496,4).

Rimini sotto il sole, 13esima in classifica sui climi migliori nei capoluoghi d'Italia
Rimini sotto il sole, 13esima in classifica sui climi migliori nei capoluoghi d'Italia

Le prime 10 posizioni

 

In top-10 ci sono dei capoluoghi di provincia del centro-Italia: Livorno (quarta, 716,2), le marchigiane Ancona (sesta, 710,2) e Pesaro-Urbino (decima, 692,8), Enna (quinta, 713,9) e Trieste (settima, 708,1), che ha debuttato tra le prime dieci grazie alla leadership nell’indicatore sulla brezza estiva. Quindi Chieti (ottava, 699,5) e Catanzaro (nona, 695,5). Non figura nella top 10 la pluri-premiata Imperia (Liguria, 660,9).  Dopo aver occupato il primo e il secondo posto, è scivolata al 17° forse a causa dell’introduzione di nuovi indicatori come i parametri negativi dei giorni consecutivi senza pioggia e delle notti tropicali. In chiusura di classifica, invece, c’è Caserta (107°, 471,8), preceduta da Terni (479,6).

I primati nazionali della classifica

Stringendo il focus sui primati locali, positivi e negativi, che possono aiutare a spiegare meglio i posizionamenti nella classifica generale, Agrigento è prima nell’indice di soleggiamento con 9,2 ore di sole al giorno, in media, nel periodo analizzato (2014-24), contro i 6,7 di Belluno, agli antipodi di questa classifica. La città veneta è anche ultima per numero di giorni freddi (20,55 all’anno, in media, sul decennio esaminato) e per umidità relativa, intesa come quota di giorni fuori dal comfort climatico che sta tra il 30 e il 70% di umidità: sono ben 259,8. Belluno vanta però un primato, quello del minor numero di notti tropicali (uno degli indicatori di nuova introduzione): le notti in cui si registra, tra mezzanotte e le sei, una temperatura di 20 gradi o più, sono solo 14,3 contro le oltre 137 della provincia di Palermo. Venezia, invece, è prima per numero inferiore di giornate con una temperatura massima uguale o superiore a 35 gradi, pari a 0,4. Se si passa a Terni, invece, questo indice schizza a 45,5 giorni, risultando di gran lunga il più alto in Italia. Le aree interne come Terni risultano penalizzate negli indicatori come quello sull’escursione termica (è penultima, davanti a Rieti) dove invece primeggiano le località di mare. Lo stesso vale per la circolazione dell’aria che vede in testa Ancona mentre Torino è in fondo alla classifica, quindi con una maggiore persistenza di aria stagnante.

I trend generali

Dall’analisi longitudinale dei 15 parametri climatici presi in esame emerge anche l’aumento degli eventi climatici estremi. In generale si rileva l’aumento di episodi climatici più violenti tra il 2010 e il 2024. Ondate di calore, notte tropicali e picchi di caldo estremo: nelle città del Nord le temperature medie giornaliere sono cresciute in media di 2,4 gradi rispetto al 2010 e l’impennata si traduce in fenomeni climatici estremi di magnitudo sempre più elevata. L’aumento delle temperature si è tradotto ad esempio in eventi di caldo estremo sempre più marcati:  le giornate in cui sono stati toccati (o superati) i 35 gradi sono state 11 in più al Sud, passate da 6,4 a 17,6 all’anno; 12,5 in più al Centro, dove si è passati da 6,8 a 19,3 episodi. Questo tipo di eventi al Nord nel 2010 erano praticamente inesistenti (1,9 picchi di temperatura), mentre oggi se ne contano in media più di 11 all’anno. Il risultato, nella fascia oraria tra mezzanotte e le 6 di mattina, sono quasi 80 notti tropicali (con temperatura media uguale o superiore a 20 gradi) all’anno nelle città settentrionali, 36 in più rispetto a quante se ne registravano 15 anni fa. Gli inverni, inoltre, sono sempre più miti e i giorni di gelo (sotto 3 gradi) sono sempre meno anche al Nord, passati da 28 a 5 all’anno tra il 2010 e il 2024 (-23 giorni freddi, in media). Le nevicate sono ormai assenti in Pianura padana negli ultimi due anni. Analizzando infine i dati sulle precipitazioni l’analisi si fa più complessa. I giorni piovosi diminuiscono e i periodi siccitosi sono sempre più lunghi, ma d’estate sale l’intensità pluviometrica media del giorno piovoso (da 9 a 13 millimetri di cumulata per ciascun giorno piovoso, nei 15 anni presi in esame). In pratica, piove meno ma più intensamente. I periodi di siccità più lunghi sono stati rilevati ad Agrigento e Cagliari.