Covid in Emilia Romagna, nuove regole per ospedali e Rsa: visitatori e ricoverati, cosa cambia

Per accedere in tutte le strutture sanitarie basterà la mascherina. Tampone obbligatorio per i ricoveri ma non al pronto soccorso. Dimissioni dei positivi dopo 5 giorni

Bologna, 7 febbraio 2023 – Covid, nuovo passo verso la normalità. La Regione Emilia Romagna compie un nuovo passo in questa direzione, mentre i numeri dell’ultimo bollettino parlano di ricoveri ospedalieri in ulteriore calo (2.399 nella settimana tra il 27 gennaio e il 2 febbraio rispetto aio 2.574 rispetto alla precedente). Per questo, dunque, cambiano le regole per l’accesso gli ospedali, sia per i pazienti sia per visitatori e parenti.

Covid, ecco le nuove regole per gli ospedali in Emilia Romagna
Covid, ecco le nuove regole per gli ospedali in Emilia Romagna

Parenti e visitatori negli ospedali

Per prima cosa, è stata eliminato l’obbligo di esibire la certificazione verde all’ingresso in tutte le strutture: residenziali, socioassistenziali, sociosanitarie, hospice, reparti ospedalieri, pronto soccorso e Dea (Dipartimento di emergenza urgenza).

Resta però l’obbligo di indossare la mascherina per chiunque entri: il personale, i visitatori, gli accompagnatori, i caregiver e i soggetti esterni (fornitori, volontari, tecnici). L’obbligo della mascherina è previsto dall’ordinanza del ministero della Salute, al momento, fino al 30 aprile. iene anche raccomandato di igienizzare accuratamente le mani ed evitare gli assembramenti.

Ricoverati: resta lo screening

Il tampone antigenico o molecolare rimane obbligatorio per i pazienti al momento dell’ingresso in ospedale, mentre al pronto soccorso o nei Dea lo è solo caso di presenza di sintomi respiratori; non va ripetuto durante la degenza, a meno che non compaiano i sintomi. È raccomandato ripetere questi test settimanalmente solo per i reparti che ospitano soggetti con grave immunodeficienza, come i trapiantati o i malati oncoematologici. Il test non è previsto per i malati guariti da meno di 90 giorni.

Operatori sanitari: decade l’obbligo di test periodici

Non è più necessario lo screening previsto ogni 30 giorni per gli operatori sanitari, a meno che non siano sintomatici.

L’isolamento dei pazienti positivi scende a 5 giorni

Per i pazienti positivi in buone condizioni di salute che, quindi, possono essere dimessi è previsto un isolamento per 5 giorni dal primo test positivo o dalla comparsa dei sintomi, con la raccomandazione di utilizzare le mascherine Ffp2 in casa per altri 5 giorni.

Per i pazienti non destinati alle dimissioni occorre prevedere un isolamento di 10 giorni dal primo test positivo o dalla comparsa dei sintomi. Tale periodo può essere interrotto anticipatamente in caso di tampone negativo. Per i pazienti immunodepressi, infine, il periodo di isolamento previsto è interrotto solo con un test antigenico negativo.

Contratti stretti: si cambia

I contatti stretti in ospedale  vanno individuati nei compagni di stanza mentre nelle strutture sociosanitarie includeranno anche gli altri ospiti con cui sono stati condivisi spazi o attività. Gli operatori sanitari e i visitatori saranno compresi tra i contatti stretti solo nel caso sia dimostrato che non abbiano utilizzato correttamente le mascherine.

Meno reparti covid

Rimarranno attivi a livello aziendale e provinciale alcuni reparti dedicati esclusivamente ai pazienti con Covid-19, nei casi in cui la sintomatologia prevalente riguardi proprio l’apparato respiratorio. In tutti gli altri casi i pazienti che dovessero risultare positivi ai tamponi saranno ospitati nei reparti più adatti alle loro necessità assistenziali, seppure in isolamento per il tempo necessario. Capita infatti molto spesso che un paziente venga ricoverato per un’altra patologia (per esempio ortopedica) e che scopra di essere positivo al covid solo grazie allo screening di ingresso: in questo caso, dunque, il paziente resterà nel reparto di ortopedia, in isolamento fino alla sua negativizzazione.

Corsi nascita in presenza

Si torna alla normalità, poi, anche per le attività e le iniziative a valenza educativa sanitaria in presenza come, per esempio, i corsi di accompagnamento alla nascita. Si torna alle indicazioni pre covid anche per i funerali.

Il documento, infine, invita a favorire l’accesso delle persone ai reparti di maternità per consentire di accudire il neonato, sempre nel rispetto delle misure igienico-sanitarie di prevenzione.

Donini: prudenza e libertà

“Siamo entrati in una fase in cui, grazie agli enormi sforzi fatti per la prevenzione e la vaccinazione, possiamo riconquistare la normalità delle relazioni - commenta Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute -. Dobbiamo pertanto avere fiducia nel nostro sistema sanitario e abituarci a contrastare il virus con semplici comportamenti di prudenza e buonsenso, senza che venga meno la nostra libertà. Giusto quindi incentivare la relazione fra degenti, visitatori, familiari e caregiver per assicurare l’umanizzazione delle cure, mantenere lo screening al momento dell’ingresso di un paziente in ospedale, per la sicurezza sua e degli altri, così come è importante continuare a indossare le mascherine quando si entra in una struttura sanitaria. Anche se la fase critica è alle spalle, occorre mantenere alta l’attenzione e continuare a vaccinarsi, soprattutto per proteggere i più fragili; la vaccinazione - non ci stancheremo mai di dirlo - è sempre lo strumento più importante per prevenire e limitare i danni dell’infezione”.

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