REDAZIONE EMILIA ROMAGNA

Emanuele Michieletti, chi è il primario arrestato a Piacenza per abusi sulle colleghe. “Già licenziato”

L’ospedale civile è sotto choc dopo l’arresto del medico sessantenne finito al centro delle cronache per ben 32 episodi di violenza sessuale filmati dalla polizia in 45 giorni, compiuti in un clima di prostrazione e di omertà. Il presidente della Regione: “Quadro gravissimo”

Il primario dell'ospedale civile di Piacenza Emanuele Michieletti in una immagine fornita dall'Azienda Usl

Il primario dell'ospedale civile di Piacenza Emanuele Michieletti in una immagine fornita dall'Azienda Usl

Piacenza, 8 maggio 2025 – Lui, Emanuele Michieletti, ha fatto scena muta davanti al Gip. Intanto Piacenza è sotto choc dopo l’arresto del primario di Radiologia dell’ospedale accusato di di violenza sessuale aggravata e atti persecutori. Le vittime, secondo le indagini, sono colleghe dottoresse e infermiere: 32 episodi in 45 giorni di osservazione e di filmati registrati dalla polizia. Il governatore dell’Emilia Romagna Michele de Pascale: “Emerge un quadro gravissimo”. E l’Ausl assicura: “E’ già stato licenziato per giusta causa".

Chi è il primario arrestato

Emanuele Michieletti, 60 anni, è nato a Vercelli e ha compiuto ii suoi studi a Milano, dove ha conseguito la laurea in Medicina. Il primario è responsabile del reparto di Radiologia dell’ospedale di Piacenza. In città è molto conosciuto, anche per essere stato più volte intervistato dalla stampa locale specie nel periodo della pandemia. In particolare per una sua intuizione nella cura del Covid durante il decorso della malattia. Appare come una figura autorevole e di potere, non solo per il suo incarico lavorativo di responsabilità, ma anche per sue presunte “conoscenze”.

Le indagini: abusi quotidiani

Secondo le indagini della squadra Mobile, svolte anche grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, è stato possibile cristallizzare "un inquietante scenario" all'interno dell'ospedale. Le immagini registrate durante 45 giorni di monitoraggio hanno ricostruito 32 episodi, è stato accertato "il compimento pressoché quotidiano di atti sessuali in orario di servizio".

Secondo gli investigatori, il medico, “di fatto, compiva atti sessuali con quasi tutte le donne che varcavano da sole la porta del suo ufficio” anche se in alcuni casi i rapporti, sempre nell’orario di lavoro, sarebbero stati “consenzienti”.

Il medico, ha spiegato la Questura, agiva come se le dipendenti fossero a sua disposizione anche sessualmente, "e per questo non si faceva scrupoli" ad abusare di loro "anche durante le normali attività e conversazioni di lavoro".

La condanna della Regione: “Già licenziato”

“Ringrazio la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Piacenza e la Squadra mobile della Questura di Piacenza per l'accurato lavoro di indagine svolto, che, al netto delle valutazioni che competeranno all'autorità giudiziaria, fa emergere un quadro gravissimo all'interno dell'ospedale di Piacenza. Riconosco con la medesima gratitudine il coraggio con il quale la dottoressa ha deciso di denunciare l'accaduto rivolgendosi alla direzione aziendale dell'Ausl di Piacenza, la quale poi ha cooperato affinché la notizia entrasse immediatamente nella conoscenza della Questura e della Procura della Repubblica. Già nella giornata di ieri l'Ausl ha proceduto al licenziamento del primario coinvolto”. Così il presidente della Regione, Michele de Pascale, interviene sulla notizia. “Indipendentemente dagli esiti del procedimento penale - osserva - sul piano del diritto del lavoro il quadro emerso è di per sé ampiamente sufficiente a giustificare provvedimenti immediati e inequivocabili. Ho inoltre richiesto di avviare ulteriori verifiche disciplinari su eventuali comportamenti collegati meritevoli di attenzione, per garantire piena chiarezza e trasparenza sull'intera situazione”. 

L’indagine dalla denuncia di una dottoressa

L'inchiesta è partita dalla coraggiosa denuncia di una dottoressa del reparto, vittima di un'aggressione sessuale nello studio del primario, quando la donna voleva semplicemente discutere il piano ferie. La donna ha segnalato l'accaduto alla direzione sanitaria dell'Ausl e alla Questura, raccontando di essere stata chiusa a chiave nell'ufficio e costretta a subire abusi, interrotti solo dall'arrivo di un collega in stanza.

Clima di omertà in reparto

In almeno due casi, il medico è accusato anche di stalking, data la continuità degli abusi subiti dalle vittime e il timore di ritorsioni in caso di resistenza. La Questura ha sottolineato la complessità delle indagini, resa difficile dal forte clima di omertà all'interno del reparto, che inizialmente ha portato diverse vittime a essere reticenti nel raccontare quanto subito.

La sindaca: sconcertante

"È un momento difficile per Piacenza - ha detto la sindaca, Katia Tarasconi - il quadro che emerge dalle accuse su cui si basa l'arresto è sconcertante e tocca un nervo ancora troppo scoperto nel 2025. Un quadro fatto di abusi costanti, reiterati, esercitati grazie anche al ruolo e alla posizione di potere, e circondati da uno strano silenzio che lascia senza parole. Ecco perché il Comune di Piacenza si costituirà parte civile in un eventuale processo".

Reticenze e prime confessioni

Durante gli accertamenti, una seconda dottoressa aveva sporto denuncia per poi ritirarla per timore di conseguenze lavorative e familiari. Successivamente, alcune delle vittime identificate nei filmati hanno confermato gli abusi, ma gli inquirenti ritengono che si tratti solo di una parte delle donne coinvolte.

Ausl di Piacenza: solidarietà alle vittime

L'Ausl di Piacenza ha espresso “piena solidarietà e vicinanza alle vittime”, ribadendo che “il rispetto e la tutela della persona sono da sempre principi fondanti della nostra missione”. L'azienda sanitaria ha inoltre manifestato “piena fiducia nel lavoro della Magistratura”.