Bologna, 25 marzo 2025 - Dopo la Toscana, anche l’Emilia-Romagna deve fare un altro passo avanti sul fine vita. L’appello arriva da Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, stamattina all’hotel Carlton di Bologna, che chiede “a consiglieri e consigliere di assumersi la responsabilità di una decisione”. Obiettivo: replicare in Emilia-Romagna la legge regionale della Toscana che recepisce la proposta d’iniziativa popolare ‘Liberi subito’.
Al momento, infatti, in Emilia-Romagna a disciplinare il suicidio assistito c’è una determina approvata da Viale Aldo Moro quando ancora era governatore Stefano Bonaccini.
Una decisione, quella della determina, che prevede un iter di 42 giorni per portare a termine il suicidio assistito, che venne presa per evitare scontri politici in maggioranza, viste le divisioni anche interne al Pd.

Oggi Cappato - con Sonia Bellini, che guida l’associazione in città, proponente della legge d’iniziativa popolare sul fine vita che ha già raccolto 8mila firme, e Matteo Mainardi che coordina la campagna di Eutanasia legale - chiama Michele de Pascale affinché calendarizzi la legge sul fine vita in Aula a primavera e prenda una strada chiara. Il senso è chiaro: una determina non basta.
“L’atto della Regione impegna e dà indicazioni al personale sanitario, ma una legge significa un diritto attivabile da ciascun cittadino, una garanzia per tutti coloro che soffrono, dando loro tempi e procedure certe”, insiste Cappato. E guarda ai prossimi appuntamenti clou: quello di domani della Corte Costituzionale che ha all’ordine del giorno proprio il fine vita e uno dei requisiti per richiedere l’attivazione del suicidio assistito, e quello di giovedì con la riunione della Conferenza Stato-Regioni proprio su queste tematiche. “De Pascale e l’assessore alla Sanità, Massimo Fabi, possono prendere una decisione netta durante la Conferenza Stato-Regioni. E fare in modo che venga approvato un atto che vada nella direzione della Toscana”, incalza il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
Il quadro in Emilia-Romagna
Al momento in Italia ci sono stati sette casi di suicidio assistito, uno di questi in Emilia-Romagna Nella nostra Regione le domande sono state tre, ma solo una “esitata”, la sintesi di Cappato. Numeri molto più alti, invece, le telefonate al numero bianco dell’associazione Luca Coscioni: “In tutto abbiamo avuto 690 richieste in Emilia-Romagna in quest’ultimo anno e mezzo. Di queste, a 45 persone abbiamo inviato le informazioni del caso, mentre a fare domanda vera e propria sono state, alla fine, tre persone”, dettaglia Mainardi. Su Cappato con Chiara Lilli e Felicita Maltese pende, poi, l’imputazione coatta da parte della gip di Firenze per aver aiutato al suicidio in Svizzera Massimiliano Scalas.
A Bologna, invece, il leader dell’Associazione Luca Coscioni attende ancora di sapere “se saremo rinviati a giudizio per il caso di Paola”, l’89enne bolognese malata da anni di Parkinson, che venne accompagnata in Svizzera per portare a termine il suicidio assistito. Paola dovette andare all’estero in quanto non poteva accedere “all’aiuto al suicidio” in Italia perché, come già accaduto a Massimiliano, non era in possesso di uno dei requisiti previsti dalla sentenza della Consulta 242/2019 relativa al caso Cappato-Antoniani, ovvero non era “tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale”.
Castaldini (Forza Italia)
"Cappato è in preda a una furia ideologica? – è intervenuta Valentina Castaldini, consigliera regionale di Forza Italia –. Probabilmente de Pascale dovrebbe avere altri riferimenti, perché proporre in Conferenza Stato Regioni una delibera che ha già due ricorsi al Tar non è un gran consiglio. Non si capisce la fretta che ha Cappato di inserirsi in un’agenda su cui non ha nessuna competenza, peraltro nell’unica Regione dove il suicidio assistito è già attuabile. La legge di iniziativa popolare ha delle tempistiche già normate che prevedono l’inserimento come primo punto all’ordine del giorno dell’Assemblea legislativa a sei mesi dalla sua iscrizione. Forse Cappato ha timore che il governo impugni la legge toscana?”.