Giornata mondiale endometriosi 2023, percorsi diagnostici per riconoscerla in Emilia Romagna

“Non è normale che faccia male” è lo slogan della nuova campagna della Regione che, in occasione del 28 marzo, torna a sensibilizzare su questa malattia invisibile ma che invalida tantissime donne

Bologna, 27 marzo 2023 – No, non è normale che faccia male il ciclo mestruale. Lo slogan con cui parte la campagna della Regione Emilia Romagna, in occasione della Giornata mondiale dell’endometriosi, “Non è normale che faccia male” non è casuale: fa riferimento al primo segnale d’allarme che ogni donna può riconoscere e segnalare al proprio medico. È questo il primo passo per legittimare, normalizzare e diagnosticare una patologia poco visibile ma che invalida tantissime donne

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Emilia Romagna ed endometriosi

Martedì 28 marzo, durante la Giornata mondiale dell’endometriosi, la Regione lancia la campagna di informazione ‘Non è normale che faccia così male’ per sensibilizzare sull’endometriosi e promuovere percorsi di diagnosi precoce e cura di questa malattia invisibile, ma altamente invalidante.

L'endometriosi, caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina, è una patologia ginecologica cronica, progressiva e recidivante che coinvolge globalmente la salute della donna in età fertile. Oltre alla sintomatologia dolorosa pelvica e all’infertilità, la malattia provoca ripercussioni psicofisiche importanti.

“La nostra regione - sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini - è stata tra le prime ad aver definito percorsi terapeutici e di presa in carico delle pazienti affette da endometriosi a partire dalla fine del 2019”. 

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E sottolinea: “Con questa campagna vogliamo tenere alta l’attenzione e sensibilizzare le donne su una patologia che rischia di essere diagnosticata tardi, e che invece può causare conseguenze importanti. Occorre imparare a riconoscere i sintomi dell’endometriosi, affidarsi a professionisti e strutture che sappiano indicare il giusto percorso di diagnosi e cura”.

La campagna del servizio sanitario regionale si inserisce anche tra le richieste del comitato “Endometriosi firma adesso”, che nel maggio scorso è stato ricevuto dal presidente Stefano Bonaccini per la consegna delle 4mila firme di adesione da parte di cittadini emiliano-romagnoli raccolte in due mesi.

Sul congedo mestruale

L’Emilia-Romagna mette in campo l'assenza giustificata dal lavoro o dalla scuola di cui le donne possono avvalersi per gestire i dolori e i fastidi dovuti alle mestruazioni. E lo fa con l’assessora alle Pari opportunità Barbara Lori e la battaglia per il congedo mestruale.

"Mettere le donne nelle condizioni di curare o gestire i sintomi della dismenorrea, senza aggravi e inutili ulteriori sofferenze, è per noi fondamentale", afferma Lori, che si impegna "a seguire, all'interno dei tavoli tecnici e politici nazionali, la proposta di elaborazione di una misura nazionale in merito".

Tutto nasce da una interrogazione presentata in Regione dalla consigliera dem Roberta Mori. "I tempi sono più che maturi – afferma la consigliera – per abbattere stereotipi colpevolizzanti legati alle mestruazioni che ancora oggi impediscono alle donne di essere pienamente consapevoli dei propri diritti e allontanano il riconoscimento della salute femminile, riproduttiva e non solo, come questione di salute pubblica ed equità sociale". 

Qualche dato 

Circa il 10% della popolazione femminile in Europa è affetta da endometriosi e in Italia circa 3 milioni di donne hanno la diagnosi. In Emilia Romagna potrebbero esserne affette circa 98.000 donne, ovvero il 10% di quelle in età fertile tra i 12 e i 50 anni, e sempre sul territorio regionale sono stati 896 i ricoveri per interventi chirurgici di endometriosi nel 2022.

Da gennaio 2017, con la definizione dei nuovi Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), l’endometriosi moderata e grave (3° e 4° stadio della patologia) è stata inserita per la prima volta nell’elenco delle malattie croniche esente dalla partecipazione al costo delle prestazioni.

La Comunità Europea ha stimato una spesa sociale annuale di 30 miliardi di euro in Europa, di cui il 75% è attribuibile a congedi malattia. In Italia questa spesa complessivamente ammonta a 6 miliardi, di cui 33 milioni per giornate lavorative perse, 126 milioni per le cure farmacologiche e 54 milioni per il trattamento chirurgico.

Cosa fa la Regione 

L’Emilia Romagna è stata tra le prime Regioni in Italia ad aver definito un Percorso diagnostico-terapeutico- assistenziale e un’organizzazione a rete.

Nel 2019 nasce in Emilia Romagna la Rete clinica regionale dei Centri per le pazienti con endometriosi che permette alle donne con questa patologia di avere accesso a un’assistenza non solo altamente qualificata, ma uniforme su tutto il territorio regionale.

Come avere la diagnosi 

Il punto di accesso alla rete e al percorso assistenziale è costituito dai ginecologi che operano nei Consultori pubblici o negli ambulatori privati, nelle Unità Operative di Ginecologia ospedaliera, e dai medici di Medicina Generale che pongono il primo sospetto diagnostico sulla base dell’anamnesi, dell’esame obiettivo e della eventuale diagnostica ecografica. 

Di qui, la paziente dev’essere successivamente indirizzata al Centro ospedaliero di I livello di riferimento territoriale, per il completamento della diagnosi e il trattamento terapeutico.  Questo livello garantisce inoltre il follow-up della paziente, completa l’inquadramento diagnostico mediante indagini strumentali di I livello (ecografia pelvica) e di laboratorio (es. dosaggio ematico CA -125) e garantisce il trattamento medico e chirurgico.

I casi di endometriosi profonda devono essere discussi con il centro di II livello di riferimento per Area ed eventualmente con il centro di III livello (se molto complessi) e a loro indirizzato in base al grado di complessità chirurgica.

Centri di primo livello endometriosi

Sono 10 i centri di primo livello distribuiti sul territorio regionale: Ospedale di Piacenza, AOU Parma, Ospedale di Fidenza, Arcispedale S. Maria Nuova - Reggio Emilia, Ospedale di Carpi, Ospedale Sassuolo S.P.A., Ospedale Maggiore Bologna, AOU Ferrara, Ospedali di Forlì e Cesena, Ospedali Ravenna - Faenza - Lugo (equipe integrata). 

Centri di secondo e terzo livello

I Centri di II livello sono due: Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena per l’Area Vasta Emilia Nord, l’Ospedale di Rimini per l’Ausl Romagna, con specifici requisiti organizzativi e professionali (ambulatorio dedicato e specifiche competenze cliniche per il trattamento chirurgico dell’endometriosi profonda, sia anteriore che posteriore).

Per quanto riguarda l’Area Vasta Emilia Centro, le funzioni di Hub di II livello sono svolte dall’IRCCS- Azienda Ospedaliera-Universitaria Sant’Orsola di Bologna, che rappresenta anche il centro di III livello di riferimento, unico su base regionale con il compito di trattare tutti i casi di maggiore complessità e di coordinare il funzionamento della rete.