Morti nell’alluvione in Emilia Romagna, ora si indaga contro ignoti per omicidio colposo

In totale sette le vittime per le quali all’inizio erano stati aperti fascicoli senza ipotesi di reato: si vanno a sommare all’inchiesta per disastro

Ravenna, 6 giugno 2023 – Chi è morto annegato sul suo letto. Chi è rimasto intrappolato all’interno del proprio appartamento. E chi è deceduto folgorato mentre cercava di salvare un elettrodomestico dall’allagamento. Storie di vita tanto differenti tra loro ma tutte stroncate dalla medesima circostanza: l’alluvione.

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La procura ha ora deciso di sgombrare il campo da ogni dubbio alzando il tiro delle verifiche: i fascicoli inizialmente aperti senza ipotesi di reato (modello 45 per gli addetti ai lavori), sono passati sotto l’ipotesi di omicidio colposo contro ignoti (modello 44).

Ancora allerta meteo arancione

Il furgone di Fiorenzo Sangiorgi (a sinistra), una delle 7 vittime, sommerso a Belricetto, a destra Remo Bianconcini, di Castel Bolognese
Il furgone di Fiorenzo Sangiorgi (a sinistra), una delle 7 vittime, sommerso a Belricetto, a destra Remo Bianconcini, di Castel Bolognese

Le vittime censite dalla prefettura, sono state sette a partire dall’ultimo corpo recuperato a Belricetto di Lugo dai sommozzatori: quello di Fiorenzo Sangiorgi, 68 anni, residente a Fusignano e trascinato via dalle acque dopo essere presumibilmente sceso dal suo furgone inondato. Nella lista figurano poi la 92enne Neride Pollini, trovata annegata nella sua abitazione di Sant’Agata sul Santerno. Nel piccolo comune bassoromagnolo, è morto pure Giovanni Sella, 89 anni, con problemi di deambulazione e annegato nel suo letto nonostante i tentativi della consorte di salvarlo. Troviamo quindi il 79enne Giordano Feletti di Faenza recuperato senza vita in giardino ricoperto di fango; il 75enne Giamberto Pavani residente a Castel Bolognese ma originario di Ferrara e morto intrappolato in casa; infine i coniugi di Chiesuola di Russi Dorotea Dalle Fabbriche e Delio Foschini di 71 e 73 anni, presumibilmente deceduti folgorati mentre cercavano di spostare un congelatore dal piano terra della loro abitazione ormai invasa dalle acque.

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Sebbene nel contesto di un unico fenomeno, è chiaro che ogni situazione verrà vagliata a sé dal pm di turno durante i fatti (il sostituto procuratore Angela Scorza), considerando più fattori: ad esempio il comportamento dei deceduti, quello dei soccorritori, le caratteristiche dei manufatti o di altri elementi delle abitazioni (vedi impianti elettrici). Almeno sulla carta, potranno essere vagliate anche le scelte delle singole amministrazioni competenti su quegli argini che, con la loro rottura, dovessero avere consentito il passaggio dell’acqua rivelatosi fatale per i defunti della lista.

Per la recente alluvione che ha flagellato il territorio ravennate, si tratta un ulteriore vaglio nel campo delle possibili responsabilità colpose: il procuratore capo Daniele Barberini nei giorni scorsi aveva infatti aperto un fascicolo per disastro colposo contro ignoti. Dentro inizialmente ci erano finite le prime relazioni della protezione civile e delle forze dell’ordine. A cui si stanno aggiungendo denunce ed esposti che, con il pieno ripristino delle comunicazioni, stanno raggiungendo il terzo piano del palazzo di giustizia.

La decisione di fare chiarezza, è arrivata quasi come un atto dovuto alla luce delle 7 vittime. Del resto rappresenta una delle differenze più marcate rispetto alla prima alluvione, quella di inizio maggio, nella quale, al di là degli allagamenti, il bilancio si era fermato a un morto. Anche in tale circostanza era stato aperto un fascicolo sugli allagamenti: di quelli però che vengono indicati come ‘conoscitivi’, cioè senza ipotesi di reato.