REDAZIONE EMILIA ROMAGNA

Ordinanza caldo, in Emilia Romagna stop al lavoro nelle ore più dure: le nuove regole

Il provvedimento entrerà in funzione dal 2 luglio. I settori coinvolti sono quelli agricolo, florovivaistico, dei cantieri e affini e della logistica

Emergenza caldo, l'ordinanza dell'Emilia Romagna che dice stop al lavoro nelle ore più dure. Ecco le nuove regole e i settori coinvolti

Emergenza caldo, l'ordinanza dell'Emilia Romagna che dice stop al lavoro nelle ore più dure. Ecco le nuove regole e i settori coinvolti

Bologna, 30 giugno 2025 – Stop al lavoro, in condizioni di caldo estremo o anomalo in determinate fasce orarie, nei cantieri edili e affini, in agricoltura, nel florovivaismo e nei piazzali della logistica.

La Regione Emilia-Romagna considerato l’eccezionale ondata di calore con temperature molto elevate e un alto tasso di umidità, ha emanato un’ordinanza con decorrenza dal 2 luglio al fine di gestire gli orari di lavoro in quelle attività che svolte all’esterno con una prolungata esposizione al sole, possono provocare seri danni alla salute dei lavoratori con colpi di calore dagli esiti anche letali.

I settori più a rischio

Nell’atto della Regione vengono indicati i settori: agricolo e florovivaistico, quello dei cantieri edili e affini, della logistica (limitatamente ai piazzali destinati in via esclusiva e permanente al deposito merci, con esclusione delle pertinenze dei magazzini coperti), in cui il lavoro si svolge all’aperto senza che sia possibile per i lavoratori ripararsi dal sole e dalla calura in quei momenti della giornata caratterizzati da un notevole innalzamento della temperatura, in assenza di adeguate e apposite misure di tutela e sicurezza.

Fasce orarie vietate

Nei settori lavorativi indicati dalla delibera come a rischio, a decorrere dal 2 luglio e fino al 15 settembre in tutto il territorio regionale è vietato lavorare in condizioni di esposizione prolungata al sole dalle 12.30 alle 16.

Obblighi del datore di lavoro

Il datore di lavoro, come recita la delibera della Regione, è tenuto alla valutazione del rischio microclima e alla individuazione delle misure di prevenzione secondo quanto previsto dal Dlgs 81/08 e come riportato nelle ’Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare’, approvate, il 19 giugno 2025, da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Sarà possibile per le imprese interessate adottare misure organizzative, tecniche e procedurali che evitino l’esposizione dei lavoratori nelle fasce a rischio (anticipo dell’orario di inizio mattutino e suo eventuale prolungamento nelle ore serali), effettuazione di lavorazioni al coperto o all’ombra, anche a mezzo di tettoie fisse o mobili, riprogrammazione delle attività, frequenti turnazioni dei lavoratori esposti, frequenti pause in zone ombreggiate, utilizzo di carrelli elevatori o macchine cabinate.

Mancato rispetto: sanzioni

Tali misure di mitigazione del rischio possono essere adottate anche su istanza dei lavoratori tramite i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e dei sindacati. La mancata osservanza degli obblighi dell’ordinanza, comporterà le sanzioni come per legge (art. 650 C.p.) se il fatto non costituisce più grave reato.

Le mappe climatiche da tenere monitorare

L’Inail nell’ambito del progetto worklimate (Inail-Cnr), ha reso disponibile sul sito web www.worklimate.it le mappe nazionali di previsione del rischio di esposizione al caldo, al fine il rischio di esposizione dei lavoratori.

Colla: “Tutelare i lavoratori è una responsabilità”

“Tutelare i lavoratori per noi è una responsabilità e su questo abbiamo registrato grande disponibilità delle associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni sindacali, per un’assunzione comune nello spirito del Patto per il Lavoro e per il Clima - evidenziano il vicepresidente della Regione, Vincenzo Colla, e l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Paglia -. Benché in Emilia-Romagna molte aziende si siano già attivate per trovare soluzioni adeguate, serviva un atto in grado di garantire omogeneità delle misure sul territorio regionale e piena tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, compresa la possibilità di astensione dal lavoro nelle ore più calde della giornata. Gli aspetti fondamentali sono la flessibilità in entrata e in uscita dal luogo di lavoro, la rimodulazione degli orari, prevista peraltro dalla contrattazione”.