REDAZIONE EMILIA ROMAGNA

Primario arrestato per abusi, de Pascale a Piacenza: “Una grande sconfitta collettiva”

Michieletti sospeso dall’Ordine dei medici. Il presidente della Regione Emilia-Romagna parla di fatti gravissimi e chiede all’Ausl di “verificare ogni singola condotta non corretta”

Emanuele Michieletti, accusato di violenza sessuale aggravata e atti persecutori (a sinistra) e il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale che è stato in visita all'osepdale di Piacenza

Emanuele Michieletti, accusato di violenza sessuale aggravata e atti persecutori (a sinistra) e il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale che è stato in visita all'osepdale di Piacenza

Piacenza, 9 maggio 2025 – Il primario Emanuele Michieletti ha trascorso la sua prima notte agli arresti domiciliari con le pesanti accusi di violenza sessuale aggravata e atti persecutori così abituali che gli investigatori ne hanno filmati 32 in 45 giorni di monitoraggio.

Il giorno dopo l’arresto (e il licenziamento per giusta causa) del medico, tutta Piacenza è ancora sotto choc. Come è potuto accadere che violenze così sistematiche non siano venute a galla prima? Gli investigatori hanno messo nero su bianco il “clima omertoso” che ha ostacolato le indagini.

Intanto, come atteso, Michieletti è stato sospeso dalla professione dal consiglio direttivo dell'Ordine dei Medici di Piacenza, convocato con urgenza in riunione straordinaria per occuparsi del caso.

De Pascale: reagire come collettività

Oggi, a Piacenza, è arrivato anche il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale che già nelle prime ore dopo l’arresto aveva parlato di “un quadro gravissimo” e aveva chiesto all’Asul piacentina “di avviare ulteriori verifiche disciplinari su eventuali comportamenti collegati meritevoli di attenzione”. Insomma: qualcuno ha coperto?

“Per l’Emilia-Romagna un episodio grave come questo contestato al dirigente medico è una grande sconfitta collettiva davanti alla quale tutti dobbiamo reagire – tuona de Pascale dopo l’incontro con l’équipe che era di Michieletti –, non basta individuare un eventuale colpevole ma serve un cambiamento culturale molto più fondo”.

De Pascale racconta di avere incontrato anche alcune sanitarie che sono state vittime degli abusi contestati al primario che – scrive la procura – agiva come se le dipendenti fossero a sua disposizione anche sessualmente, "e per questo non si faceva scrupoli" ad abusare di loro "anche durante le normali attività e conversazioni di lavoro"

“L’azienda dal punto di vista disciplinare attuerà tutte le azioni necessarie per verificare ogni singola condotta non corretta”, avvisa il governatore. Perché a spaventare il presidente della Regione è il “clima culturale che porta gli uomini, soprattutto se di potere, a sentirsi liberi di molestare e le donne ad avere paura di denunciare”. Uno status quo contro il quale bisogna reagire, appunto, come collettività.

Gli altri primari: no ai giudizi sommari

Ma ai giudizi sommari e, soprattutto, collettivi non ci stanno gli altri 16 dirigenti dell'Azienda sanitaria di Piacenza, direttori di Dipartimento che hanno preso carta e penna per dire che sono “profondamente scossi da quanto emerso dalla ricostruzione delle indagini: fatti gravissimi che ci lasciano attoniti”. Ma – dopo avere espresso la naturale solidarietà alle vittime – sottolineano che “la responsabilità dei fatti gravissimi emersi è in capo a chi ha sbagliato e non devono degenerare in giudizi sommari” e che “l’Azienda è fatta da migliaia di donne e uomini per bene, che si prendono cura, ogni giorno, di questa comunità. Non vogliamo che questo impegno venga oscurato da un caso isolato e gravissimo. Siamo consapevoli che la fiducia si costruisce lentamente e si può perdere in un attimo”.

La sospensione dall’Ordine dei medici

L'Ordine dei medici ha annunciato anche che si costituirà parte civile nell'eventuale procedimento penale a carico di Michieletti, sospeso dalla professione, "in considerazione - motiva - della gravità degli addebiti mossi a carico dell'iscritto per comportamenti che risultano compromettere dignità e decoro della professione medica e di questo Ordine professionale”.