Codici bianchi e verdi, ecco le strutture per dare ossigeno ai Pronto soccorso: come funzioneranno in Emilia Romagna

Accordo tra Regione e Fimmg, l’assessore Donini: “Intesa storica per dare una soluzione all’affollamento. È interessato anche il ministro Schillaci”

Pronto soccorso: immagine generica

Pronto soccorso: immagine generica

Bologna, 6 giugno 2023 – Per snellire gli accessi di codici bianchi e verdi nei Pronto soccorso, la Regione conferma la “volontà e la necessità di arrivare a percorsi separati per l’emergenza e l’urgenza a bassa complessità”, precisa Luca Baldino, direttore generale dell’assessorato alle Politiche per la salute, prima che l’assessore Raffaele Donini parli di “accordo storico per risolvere l’affollamento dei Pronto soccorso”.

La firma è quella relativa all’intesa sottoscritta con Daniele Morini, segretario generale regionale della Fimmg, Federazione dei medici di medicina generale,  per la nascita dei Centri di assistenza medica per le urgenze, Cau. "Il 70% degli accessi ai pronto soccorsi è rappresentato dai codici bianchi e i codici verdi - spiega Donini – che richiedono prestazioni non certo tempo-dipendenti e a rischio vita” ed è necessario “porre in condizione i medici di famiglia e le ex guardie mediche di prendere in carico i cittadini anche in condizioni di urgenza”, se non gravi.

“Noi abbiamo pensato una riforma di emergenza urgenza che è resa possibile anche grazie a questo accordo”, ha spiegato Donini. Con la creazione dei Cau “separeremo l'emergenza da tutte quelle prestazioni, codici bianchi e codici verdi, che non necessitano certamente di un medico rianimatore ma necessitano comunque di un medico che sappia dare le risposte nel luogo giusto, nel setting giusto e con le tecnologie adeguate e soprattutto con i tempi rapidi”.

Saranno soprattutto i medici di continuità assistenziale, le ex guardie mediche, a lavorare in équipe nei Cau. Nei prossimi mesi saranno attivate le prime strutture, in base alla programmazione delle singole Conferenze territoriali socio-sanitarie, con l'obiettivo di avere almeno un Cau  in ogni provincia entro la fine dell'anno. Una prima sperimentazione è già stata avviata a Cervia e i risultati, si assicura in Regione, sono positivi.

I Cau troveranno sede soprattutto nelle Case di comunità e negli ospedali territoriali, ma potranno sorgere anche dalla riconversione di Pronto soccorso e punti di primo intervento oppure, dove gli standard lo consentono, anche negli ambulatori di gruppo dei medici di base. Inoltre, i Cau saranno aperti sette giorni su sette, con l'obiettivo di arrivare a coprire le 24 ore. Saranno dotati di sala d'attesa, ambulatori, strumenti diagnostici e saranno presidiati da almeno un medico e un infermiere. Per i dottori che ne faranno parte, su base volontaria (la Regione aprirà dei bandi per l'adesione), è previsto un incentivo economico. Nel giro di un anno, poi, sarà attivo il nuovo numero unico per le emergenze 116117, che diventerà la modalità principale per contattare i Cau, a loro volta collegati con le centrali 118 e i medici di base. "I medici che si troveranno nei Cau sono medici di continuità assistenziale, ex guardia medica, faranno un percorso formativo - aggiunge infatti Morini - e la loro partecipazione sarà su base volontaria”.

All'accordo anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, si è detto "molto interessato”, sottolinea Donini. Sulla riforma dell'emergenza e la nascita dei Cau “andiamo avanti con chi ci sta. Per chi ci vuole dare una mano, la porta è comunque sempre aperta”, precisa Donini. Il messaggio è indirizzato allo Snami, l'altro sindacato di categoria dei medici di base, che si è sfilato decidendo di non siglare l'intesa.

"Ho il massimo rispetto per tutti i sindacati - commenta Donini - noi andiamo avanti con chi ci sta. Per chi ci vuol dare una mano, comunque, la porta è sempre aperta. Devo dare atto alla Fimmg di averci creduto fin dall'inizio. Questo accordo non era scontato. Qui parliamo di un sistema che reagisce al rischio di collasso". 

L'intesa, rimarca a sua volta Morini, "è stato oggetto di una trattativa, a cui è sempre stato presente anche lo Snami, tutti i giorni negli ultimi quattro mesi. E' un'innovazione grande, posso capire i timori". Anche per questo, sottolinea Morini, "abbiamo chiesto che sui Cau sia fatta una valutazione ogni sei mesi, sulla base delle prestazioni e dei servizi erogati".

Ma Snami dell’Emilia-Romagna  definisce l’accordo "ancora acerbo e difficilmente declinabile in maniera omogenea e uniforme su tutto il territorio regionale”. Quindi, “pur nella convergenza di opinioni rispetto alla necessità di rendere il territorio in grado di gestire le urgenze minori - scrive oggi il sindacato - si ritiene che le criticità ancora esistenti nell'ultima versione non consentissero la sottoscrizione dell'intesa”.

In particolare, il sindacato dei medici ha dubbi sui "criteri di formazione delle graduatorie per l'accesso alle funzioni all'interno dei Cau, stante che l'intesa prevede che possano parteciparvi due rami dell'assistenza primaria, ovvero i medici di famiglia ed i medici della continuità assistenziale".