DONATELLA BARBETTA
Cronaca

Rivoluzione pronto soccorso, cosa sono i Cau e quando arrivano in Emilia Romagna

I centri di assistenza urgenza sono un progetto della Regione per snellire l'attività dei Pronto soccorso dai codici bianchi e verdi. Il dibattito politico e le criticità evidenziate dai sindacati in attesa della delibera in giunta attesa per lunedì

Pronto soccorso, rivoluzione cau per diminuire gli accessi (foto d'archicio)

Pronto soccorso, rivoluzione cau per diminuire gli accessi (foto d'archicio)

Bologna, 11 luglio 2023 - Un passo avanti verso la nascita dei Cau, centri di assistenza urgenza, che saranno aperti in Emilia-Romagna con l'obiettivo di accogliere i codici bianchi e verdi, il 70% di tutti gli accessi nei Pronto soccorso. Le prime realizzazioni progressive e sperimentali sono attese tra ottobre e novembre, mentre da settembre partirà la campagna di comunicazione alla cittadinanza. Nelle intenzioni della Regione, si prevede che il modello destinato a snellire l'attività dei Pronto soccorso, andrà a regime tra il 2024 e il 2025. Il tema ieri era sul tavolo all'incontro tra l'intersindacale medica e Luca Baldino, direttore generale dell'assessorato alle Politiche per la salute.

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Sindacati

“La delibera sulla riforma dell'emergenza urgenza dovrebbe andare in Giunta lunedì prossimo - precisa Alfredo Panissa, coordinatore medici Uil FPL - per essere recepita dalle Conferenze territoriali sociali e sanitarie entro metà settembre quando comincerà la campagna informativa e si inizierà ad attivare i primi CAU e il numero 116117. Per noi mancano ancora molte informazioni e chiarimenti come numero e ubicazioni delle CAU, tra i 40 e 60 pare, e il rischio è che il progetto non riesca ad essere omogeneo in tutti i territori per i cittadini, insomma non siamo abituati a firmare assegni in bianco".

Per Ester Pasetti, segretario regionale Anaao-Assomed, "il progetto è ambizioso e necessario, vista la carenza di medici nei nostri Pronto soccorso, tuttavia sarebbe stato meglio avere già la delibera sottomano all'incontro, così anche noi saremmo potuti intervenire con maggiore competenza. Il mio timore è che non si considerino le criticità, per esempio creare percorsi privilegiati dalle Cau agli specialisti degli ospedali quando c'è bisogno di una valutazione ulteriore. E' stato fatto riferimento al teleconsulto, vedremo io sono favorevole all'utilizzo delle nuove tecnologie. Comunque, sarà certamente più semplice trasformare i Pronto soccorso periferici in Cau, perché ci sono già strumenti diagnostici, piuttosto che realizzare le nuove strutture nelle case della comunità".

E se Vittorio Dalmastri, segretario regionale Fp Cgil medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale, ammette che "l'argomento è molto importante per i cittadini e quindi ci riserviamo di valutare il documento quando lo riceveremo", anche per Massimo Dall'Olio, segretario regionale Cisl medici, "sarebbe stato meglio avere già all'incontro il testo della delibera, comunque appena arriva lo studierò. Sui principi fondamentali della riforma sono d'accordo, liberare i Pronto soccorso dai codici bianchi e verdi va bene, ma non mi è ancora chiaro come saranno realizzati, la parte pratica insomma, a partire da quali servizi saranno offerti e da quale personale".

Confronto in commissione

In precedenza, il nuovo modello organizzativo per le urgenze a bassa complessità era stato al centro della commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini.

L'assessore Raffaele Donini

''La proposta di riorganizzazione - sottolinea l'assessore alla Sanità Raffaele Donini - è il frutto dell'ampio confronto con i professionisti, con i sindacati e con tutte le conferenze territoriale sociale e sanitaria, un percorso che ha cercato di raccogliere le tante sollecitazioni di chi vive quotidianamente in questo contesto e propone una modalità per rendere più efficace la presa in carico delle urgenze e delle emergenze, separandone in modo appropriato i percorsi. Ora l'obiettivo è di adottare un atto che darà una prospettiva al settore dell'emergenza e urgenza, avendo a cuore come sempre la salute dei nostri cittadini e il benessere lavorativo dei nostri professionisti. La riorganizzazione - continua l'assessore - permette di rendere più tempestivi gli interventi e di agevolare i cittadini fornendo le cure adeguate nei centri a loro più vicini, senza lunghe attese o addirittura a casa'' e al tempo stesso, prosegue, ''consente di ridurre il più possibile gli accessi al Pronto soccorso'', l'obiettivo è ''migliorare il sistema, con prese in carico rapide degli utenti e attraverso strutture idonee''.

I consiglieri

Per Marta Evangelisti (Fratelli d'Italia) ''non è il momento di fare esperimenti in sanità, non siamo convinti della riforma, sui centri di assistenza e urgenza non c'è chiarezza, non si comprende come avverranno le prese in carico'', mentre Daniele Marchetti della Lega rimarca che 'i contenuti del testo non sono ancora chiari. È importante sentire, prima di tutto, chi subirà sulla propria pelle la riforma. Per migliorare il sistema occorre, poi, da subito, aprire, come avevate programmato, ambulatori per le basse complessità. Temiamo che le Aziende sanitarie siano lasciate sole, con rischio fallimento della riorganizzazione molto elevato''.

Silvia Piccinini (M5s) osserva che ''le difficoltà del sistema di emergenza e urgenza devono essere affrontate. Parliamo di problemi non recenti per i quali servono risposte. L'importante è ripartire con il servizio pubblico dai territori''. Per Stefania Bondavalli (lista Bonaccini) ''con questa proposta di riorganizzazione si dà una risposta ragionata e strutturale a un problema. L'obiettivo di fondo è quello di non arretrare in alcun modo rispetto ai servizi erogati attraverso la rete dell'emergenza e urgenza. C'è stato un lungo percorso di confronto, a partire dai territori, e credo che questa sia la strada giusta''. Palma Costi (Partito democratico), aggiunge che ''con questa riorganizzazione si abbatte la pressione sui Pronto soccorso. Lavoriamo sull'esistente per un utilizzo più efficiente del personale, con particolare attenzione al problema della demografia professionale, partendo dal tema della territorialità. L'obiettivo è fare funzionare il sistema nel migliore dei modi".