Sanità Emilia Romagna, buco da 400 milioni nel bilancio. Donini: “Conteniamo la spesa”

L’assessore: "Mancano cinque miliardi a livello nazionale, per noi è il 7,5%". E fa presente che i fondi sono stati spesi per il contrasto alla pandemia e per la vaccinazione di massa

Bologna, 14 marzo 2023 - Mancano 400 milioni di euro, anche se la cifra esatta sarà nota solo a fine marzo, nel bilancio della Sanità dell'Emilia-Romagna. Raffaele Donini ha già dato un avviso alle direzioni generali delle Aziende. "Ho chiesto alle Aziende di ottimizzare la spesa, di contenerla, di cercare di non ampliare quel disavanzo potenziale che potrebbe far correre alla nostra Regione il rischio di provvedimenti drastici da parte del Governo".

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L'assessore alle Politiche per la salute cerca di evitare il commissariamento, parola che resta sullo sfondo, ma è presente nei pensieri. "Non possiamo far finta di nulla, dovremo fare attenzione a non sbilanciarci dal punto di vista finanziario", spiega Donini in una pausa della seduta dell'Assemblea legislativa. Una linea della "prudenza" nei confronti delle Aziende che però non è ancora un vero piano di rientro. "Il piano di rientro, se mai dovessimo caderci – precisa il numero uno della sanità – arriverà soltanto a fronte di una non chiusura in pareggio del bilancio. "Mancano cinque miliardi a livello nazionale, per noi è il 7,5%, questa è la situazione al momento". I 400 milioni sono una cifra "non irrilevante" che rappresenta l'eredità di quel fardello che la Regione si porta dietro dagli ultimi esercizi, noto effetto di spese Covid e in parte di mancati rimborsi, rincari energetici e inflazione.

Donini, che guida anche gli altri assessori alla Sanità nelle trattative con il Governo, precisa che tutte le Regioni vivono oggi la stessa situazione "e abbiamo rappresentato tutti insieme al Governo tante proposte che risolverebbero questa criticità finanziaria, sulla base del principio che nessuna Regione debba andare in piano di rientro a causa del mancato riconoscimento delle spese Covid sostenute e delle spese energetiche". A essere penalizzata dalla crisi dei conti è anche la battaglia per ridurre le liste di attesa per visite, esami e interventi. "Dopo una fase di recupero straordinario nell'ultimo semestre – aggiunge Donini – oggi a Bologna accusiamo qualche difficoltà in più in alcuni ambiti. Per questo stiamo studiando tutte le possibili innovazioni, ottimizzazioni, sinergie e riorganizzazioni per fare fronte a questa grande sfida". In questa situazione ci vuole, dice Donini, una "prova di responsabilità per tutto il sistema, anche il privato accreditato". Per il caso della terapia intensiva al Sant'Orsola di Bologna, invece, "spero e credo che nell'autunno possa riaprire come ha detto la direttrice Gibertoni. Spero anche in una implementazione di risorse a livello nazionale. Certamente non possiamo considerare l'impatto sulle terapie intensive come quello del 2020 e 2021".