Welfare in crisi, le cooperative sociali chiedono aiuto alla Regione Emilia Romagna

“Mancano 74 milioni di euro”. E’ necessario adeguare il piano tariffario dopo l’aumento dei costi energetici e delle materie prime

Le cooperative sociali chiedono aiuto alla Regione Emilia Romagna per adeguare i tariffari

Le cooperative sociali chiedono aiuto alla Regione Emilia Romagna per adeguare i tariffari

Bologna, 21 marzo 2023 – Le cooperative sociali lanciano un grido di allarme alla Regione, chiedendo un urgente adeguamento tariffario. I sistemi che hanno aiutato a non fare collassare la sanità pubblica durante la pandemia, continuando a garantire i loro servizi di assistenza ai disabili e alle persone non autosufficienti, ora sono in crisi a causa dell'aumento dei costi energetici e delle materie prime.

A questo incremento si aggiunge la difficoltà del personale, sempre più difficile da reperire, che lavora senza sosta per una paga remunerata. Un'emergenza alla quale bisogna porre rimedio, perché le cooperative sociali gestiscono il 71,5% dei servizi accreditati.

"È necessario un grande passo di cambiamento per le politiche di Welfare - dice Alberto Alberani, presidente di Legacoop sociali Emilia Romagna-. Abbiamo condiviso le difficoltà che avremo nel 2023 quando chiuderemo il bilancio, che per il terzo anno sarà in perdita. Chiediamo alle forze sociali, sindacati, comuni, caregiver, volontariato e Regione, di invertire la tendenza. Nonostante lo sforzo che la Regione ha fatto per poterci dare ossigeno, i rincari che ci hanno portato ad avere un differenziale, che è conseguente all'aumento dei costi di trasporto e del personale, perchè per reperire infermieri siamo costretti a spendere di più dell'incasso".

Attualmente, grazie al Fondo per la non autosufficienza della Regione, le cooperative riescono a dare una risposta a 25 mila persone, ma il bisogno è maggiore, contando oltre 200 mila persone non autosufficienti, 350 mila caregiver e 100 mila assistenti familiari. Tra i servizi erogati, il più importante è il servizio nelle Case Residenza Anziani - Cra - che conta quasi 17 mila utenti regionali. A seguire, il lavoro nei centri diurni per anziani, i centri socio riabilitativi diurni per disabili e i centri socio riabilitativi residenziali per anziani.

Ma le cooperative si occupano anche di assistenza a persone affette da disturbi psichiatrici, a dipendenti patologici e nelle comunità di mamme e bambini, contando una realtà di oltre 53 mila lavoratori. "Da aprile 2022 percepiamo un contributo straordinario di 3 euro pro capite pro die dalla Regione - spiega Antonio Buzzi, presidente regionale di Coop sociali-. Ma questo non è sufficiente, perché i costi complessivi per una giornata in Cra sono di circa 120 euro pro capite, per questo rimangono scoperti 10,13 euro".

Il gap finanziario totale dei servizi accreditati ammonta a 74 milioni di euro, ma se il contributo straordinario non dovesse essere riconfermato, si raggiungerebbero i 94 milioni. "Il sistema è in crisi e i segnali sono preoccupanti - conclude Emanuele Monaci, presidente regionale Agci Imprese sociali-. Chiediamo alla politica di fare presto".