LUCA RAVAGLIA
Cronaca

Zanzare in Emilia Romagna, pericolo oltre il fastidio. "Aumenta il rischio di malattie"

L’esperto entomologo Claudio Venturelli fa il punto sulla diffusione degli insetti dopo l’allarme ‘West Nile’. "Crescono anche specie autoctone portatrici di problemi, ma la rete di sorveglianza è attenta ed efficace"

L’esperto entomologo Claudio Venturelli (Ravaglia)

L’esperto entomologo Claudio Venturelli (Ravaglia)

Cesena, 16 agosto 2024 – Il momento peggiore è questo: tra la seconda metà di agosto e la prima parte di settembre, nel nostro territorio le zanzare trovano le condizioni ideali per proliferare.

Anche perché il tema va ben oltre la seccatura di dover fare i conti col prurito generato dalle punture degli insetti.

Lo conferma l’entomologo Claudio Venturelli, decenni d’esperienza alle spalle e idee molto chiare sul futuro che ci aspetta. "Tante cose sono cambiate e stanno continuando a cambiare. Purtroppo molto spesso non in bene. I rischi di contrarre malattie dalle zanzare stanno aumentando, così come cresce la diffusione di insetti che stanno iniziando a circolare in zone progressivamente sempre più ampie".

Un esempio?

"Quello che è accaduto nel centro e nel sud America qualche mese fa, quando in Europa era inverno: i casi dengue sono aumentati di 800 volte rispetto ai numeri registrati nel 2023. E’ chiaro che con queste proporzioni, i rischi di contagio da un continente all’altro aumentano in maniera massiccia".

In effetti anche in Europa si sono registrate conseguenze.

"Il punto di forza sul quale possiamo puntare, soprattutto nel nostro territorio emiliano romagnolo, è la guardia alta che tengono la Regione e le istituzioni sanitarie. E’ un tema che conosciamo ormai da anni e che abbiamo sperimentato in presa diretta quando vennero segnalati casi di chikungunya. Diciamo che siamo ben rodati: appena i presidi sul territorio, a partire per esempio dai medici di famiglia, individuano un caso sospetto, le contromisure sono immediate, sia in relazione al paziente, sia all’area nella quale vive. Il caso sospetto vien isolato e nell’ambiente da lui frequentato vengono messe in atto le procedure di disinfestazione".

Funziona?

"I fatti dicono di sì. Non si sono mai verificate epidemie. Però ora il quadro si complica".

In che modo?

"Non ci sono più solo casi di ‘importazione’: in alcune zone d’Italia sono stati rielevati ‘casi autoctoni’. Dipende dalle zanzare, ovviamente. Anche la ‘tigre’ può trasmettere il virus, pur in percentuali più basse. Il punto però che è nel nostro territorio, rischiano di arrivare anche altri insetti, che fino a poco tempo fa sarebbe stato impensabile veder stabilmente presenti a queste latitudini. Penso prima di tutto alla ‘zanzara egiziana’, l’Aedes aegypti, decisamente temibile. Si sono già registrati avvistamenti in Grecia, in Spagna, nel sud della Francia e pure in Georgia dove le condizioni climatiche sono molto simili alle nostre".

Dunque che fare?

"La questione deve essere affrontata su due aspetti. Il primo è quello legato alla salute e su questo tema vedo grande sensibilità da parte della popolazione, che con sempre più capillarità si informa sui rischi che si corrono e sulle contromisure che è bene attuare quando ci si reca in zone a rischio e che non esita a rivolgersi a servizi sanitari al primo campanello di allarme".

Il secondo tema?

"E’ il campo sul quale serve migliorare: quello della prevenzione. Le contromisure da adottare per abbattere la nascita di insetti vengono troppo spesso disattese. E dire che basterebbe pochissimo: una manciata di minuti ogni 10-15 giorni: il tempo necessario a collocare i larvicidi nei pozzetti e nelle caditoie, preoccupandosi poi di evitare ristagni d’acqua. Se le larve vengono soppresse, le zanzare non nascono. Purtroppo basta la noncuranza di uno, può vanificare l’impegno di tanti".

Tante brutte notizie…

"Chiudo con una buona: quest’anno il numero di insetti è inferiore sia a quelli del 2023, quando la proliferazione era stata favorita dai ristagni dell’alluvione, sia alla media degli ultimi 5 anni. Gli inverni miti aiutano le zanzare, ma le estati torride sono un problema anche per loro".