I gessi dell'Emilia Romagna come Marte: lo studio a caccia di vita sul Pianeta rosso

Il geologo dell'UniMoRe Stefano Lugli: "Queste rocce conservano tracce di batteri per milioni di anni, saranno l'obiettivo delle future missioni Nasa ed Esa"

Un selfie da  Marte scattato dal rover Perseverance (foto Ansa - Nasa)

Un selfie da Marte scattato dal rover Perseverance (foto Ansa - Nasa)

Reggio Emilia, 4 maggio 2022 - Partire dallo studio dei gessi dell'Emilia Romagna per capire la possibile presenza di vita su Marte: è questa la tesi sostenuta dai geologi che hanno collaborato alla redazione del dossier con cui le strutture carsiche emiliano - romagnole sono state candidate a essere patrimonio mondiale dell'umanità Unesco

"I gessi messiniani del margine appenninico, per esempio quelli che si trovano anche nella Riserva di Biosfera Mab nei Comuni di Albinea, Scandiano e Vezzano, hanno intrappolato alcuni filamenti di batteri dei quali è stato possibile studiare il Dna" spiega Stefano Lugli, geologo dell'Università di Modena e Reggio Emilia. "Si tratta quindi di rocce importanti perché permettono di conservare tracce di vita per milioni di anni. Siccome sappiamo che anche su Marte esistono i gessi, queste rocce rappresentano un obiettivo per le missioni dei rover che analizzano la superficie" per stabilire se sul Pianeta rosso ci fosse vita. 

"Sono un esempio fondamentale per cercare di capire cosa potrebbe essere successo su Marte - continua il geologo - Le future missioni non si limiteranno ad analizzare le rocce con gli strumenti di bordo, ma piccoli campioni saranno inviati sulla Terra per essere analizzati. Nasa ed Esa stanno infatti già lavorando al progetto e i primi rientri sono programmati per gli inizi-metà degli anni 2030”.

I gessi messiniani dell'Appennino emiliano si sono formati poco meno di sei milioni di anni fa, mentre la parte più antica, quella della Val di Secchia, risale al Triassico, oltre 200 milioni di anni. Lugli sottoliena anche come i nostri gessi presentino diversi primati mondiali, rendendoli così il sito carsico più studiato al mondo, con caratteristiche geologiche uniche: un "patrimonio di natura geologica attraverso il quale si può tracciare la straordinaria evoluzione della Terra".