Liscio in Emilia Romagna, rinasce la balera della Filuzzi: fece ballare mezza regione

A Bentivoglio torna dopo cinquant’anni il mitico "Incanto Verde", che aprì nel 1947. Nildo Marcheselli inventò lì la ‘variante’. L’appello: "Mandateci foto dell’epoca".

Emilia-Romagna, vai col liscio  Rinasce la balera della Filuzzi  Fece ballare mezza regione

Emilia-Romagna, vai col liscio Rinasce la balera della Filuzzi Fece ballare mezza regione

Bologna, 9 aprile 2023 – Non solo ‘liscio’ romagnolo, sta tornando sempre più anche la Filuzzi. Dopo che 40 giorni fa la Regione Emilia-Romagna ha chiesto con una risoluzione unanime che il liscio sia riconosciuto patrimonio Unesco, riprende vita anche la Filuzzi, liscio tipico dell’area bolognese. Si stanno riaccendendo i riflettori sui pomeriggi e sulle notti delle balere. E proprio in quest’ottica, domani, per Pasquetta risuoneranno le note, dopo cinquant’anni di silenzio, all’interno dell’Incanto Verde, la storica balera di Villa Smeraldi tra le campagne del bolognese, a Bentivoglio, nata nel 1947 e dove si esibirono artisti come Claudio Villa, Adriano Celentano e Renato Carosone.

L’evento ‘Suonala ancora, Nildo!’, organizzato dal Museo della Civiltà Contadina e dalla Città Metropolitana di Bologna, e che si svilupperà per tutta la giornata con eventi vari, sarà dedicato a Leonildo Marcheselli, storico musicista bolognese considerato da molti ‘inventore’ della Filuzzi stessa. Sarà presente il figlio Paolo. Marcheselli, morto a 93 anni nel 2005, si appassionò da giovanissimo all’organetto bolognese per, poi, dedicarsi, con altri noti musicisti del panorama dell’epoca, alla diffusione della Filuzzi, il liscio tutto bolognese. Ma torniamo alla riapertura dell’Incanto Verde ricordando come, all’epoca, oltre che balera, era un vero e proprio punto di riferimento. A parlarne è Elio Manini, noto storico del territorio di Bentivoglio: "C’era tanta voglia di divertirsi in quel tempo. Bentivoglio era abitato da gente pacifica e laboriosa, ma non offriva molto per lo svago dei giovani. Fu così che un gruppo di abitanti di diverse età decisero di costruire una balera all’aperto con l’approvazione della proprietaria signora Smeraldi". Manini, poi, aggiunge: "Una pista perfetta, di 400 metri quadrati, un palco per l’orchestra, un bar e intorno tante sedie e tavolini. Divenne un posto accogliente, tanto che in poco tempo e con il passa parola il flusso degli appassionati del ballo si moltiplicava ogni domenica. Per una ventina di anni fu una delle piste da ballo più frequentate di tutta la Bassa tra Bologna e Ferrara".

Lo spazio ora fa parte del più ampio complesso del Museo della Civiltà Contadina. E sono proprio i gestori di questa realtà ad aver voluto ridare vita all’Incanto Verde. Viedne lanciato un appello: "Siamo alla ricerca di foto e materiale storico su questa antica balera per poterne ricostruire sempre più dettagli. Chi l’avesse frequentata, chi si fosse innamorato qui, chi avesse trovato gli amici di una vita tra un ballo filuzziano e l’altro ci contatti".