Il liscio patrimonio Unesco, tra folk ed economia: l’Emilia Romagna rilancia la proposta

Con una risoluzione bipartisan, il Consiglio regionale è pronto a chiedere nuovamente al ministero della Cultura di riconoscere il ballo tipico romagnolo anche per creare posti di lavoro

Il ballo del liscio

Il ballo del liscio

Bologna, 1 marzo 2023 – Ballare fa bene all’anima, e liscio mette allegria. Lo diceva già Raoul Casadei, di insegnare a tutto il mondo come ballare la tipica danza romagnola; ma la proposta pare più concreta, ora che il consiglio regionale dell’Emilia Romagna è tornata a chiedere, ancora una volta e con una risoluzione unanime, che il liscio sia riconosciuto patrimonio Unesco

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La proposta

È stata una risoluzione bipartisan approvata all'unanimità: il ministero della Cultura promuova la diffusione del ballo liscio anche fra i giovani e lo valorizzi come patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna.

Il primo firmatario, Federico Amico di Emilia-Romagna Coraggiosa, ricorda come questa risoluzione segua l'atto di indirizzo politico della scorsa legislatura sul ballo folkloristico romagnolo e che la candidatura è stata nuovamente avanzata da numerosi soggetti tra i quali numerosi artisti di valenza nazionale. Su questa proposta, infine, lo sforzo comune di molti sindaci del territorio insieme a molte altre istituzioni.

Le ragioni

"Il riconoscimento di questo peculiare genere musicale - si legge nella risoluzione - avrebbe una risonanza internazionale, tale da garantire un ritorno di immagine, economico, culturale e turistico di grande impatto per la nostra terra, oltre alla grande opportunità di generare occupazione nel settore musicale, soprattutto per i giovani”. 

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La storia del liscio

Il liscio è un ballo da sala nato in Romagna sul finire dell’Ottocento. Deve il suo nome alle movenze tipiche di questa danza, dove i ballerini scivolano e strusciano i piedi.

Nonostante la presenza della famiglia Casadei, da Secondo detto lo Strauss della Romagna, fino ad arrivare al nipote, il re del liscio Raoul Casadei, il ballo nasce con il violinista Carlo Brighi detto “Zaclén”, che in romagnolo vuol dire anatroccolo poiché cacciatore di anatre. Questo colto musicista lasciò presto i teatri d’opera per dedicarsi alle balere. Cominciò a girare la Romagna dal 1890 suonando polche, mazurche e valzer.

E se il valzer prevedeva una danza morbida e lenta, direbbe lo storico Miro Gori, con la musica dell'orchestra di Zaclén cambia tutto e la danza va ad altissima velocità. Con Secondo e poi Raoul Casadei il ballo liscio finisce per diventare pieno folklore romagnolo; e ancora oggi, quando i musicisti si apprestano a suonare, si danno il via con l’espressione “Taca, Zaclèn!” (Attacca, Zaclén).

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In un curioso documentario tedesco sull’Emilia Romagna, di recente trasmesso a milioni di telespettatori in Germania, tra le 50 ragioni per cui ci si può innamorare della regione c’è proprio il liscio. Il ballo tipico della Romagna non è passato inosservato alla troupe che si è trovata a girare le prime scene proprio in Romagna, accolti dal calore delle persone e dalla buona cucina.