"Sono qui anche come paziente". L’inaugurazione di tre macchinari diagnostici, all’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, diventa qualcosa di improvviso e imprevisto. Il sindaco Gian Luca Zattini, 69 anni, rieletto meno di due mesi fa (è il primo di centrodestra nella storia della città), rompe tutti gli schemi: la risonanza magnetica per la quale viene tagliato il nastro accoglie oggi stesso colui che impugnava le forbici, vale a dire il sindaco. Ci tornerà perché ha "un ‘ospite indesiderato’". Non usa mai esplicitamente la parola ‘tumore’ (la diagnosi, tuttavia, viene confermata da fonti a lui vicine; riserbo, invece, sull’organo colpito). Ma decide lui di aprire la sfida alla malattia.
Un fulmine a ciel sereno. L’esame che ha confermato il male risale appena a mercoledì: per una visita già fissata, Zattini ha saltato l’incontro a Bologna col generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario per l’alluvione. In quell’occasione ha avuto l’esito infausto. Non ha detto quasi a nessuno di essere malato. E, in ogni caso, neanche quei pochissimi immaginavano un annuncio. Nessuna strategia, nessun calcolo, nessun comunicato stampa o post su Facebook. Le parole hanno l’accento della sincerità e della commozione: "Tornando a casa dopo una notizia così dolorosa, ho pensato di essere molto fortunato perché vivo dove c’è la sanità migliore – ha detto ieri, trattenendo le lacrime –. Ringrazio tutta la struttura perché accanto alle macchine all’avanguardia ci sono anche tante belle persone. Qui mi sento a casa. In tanti esprimono grande apprezzamento per il nostro ospedale, spero che anche la mia esperienza personale possa dare testimonianza di questa eccellenza". Al termine dell’inaugurazione, ha saluto i sanitari presenti: "Ci vediamo venerdì". Nel suo staff dicono che poi abbia scherzato: "Non datemi mica per morto...".
Ieri sembrava una giornata normale. Un colloquio telefonico, poi un’intervista. Alle 11 aveva raggiunto l’ospedale per l’appuntamento con le autorità dell’Ausl Romagna. Poi non è rientrato in municipio, ma questo non c’entra con la salute: in assenza di impegni o eventi eccezionali – dicono –, il giovedì pomeriggio è dedicato alla famiglia. Ieri lo avranno raggiunto decine di messaggi e telefonate. Bipartisan: "Augurio sincero di pronta guarigione" dal Pd forlivese, "totale vicinanza" dal collega di Ravenna Michele de Pascale, candidato alla Regione; "un grande augurio per il percorso di cura" dalla presidente facente funzioni Irene Priolo.
In ogni caso, chiariscono dal municipio, "il sindaco va avanti. Non c’è nulla che gli impedisca la normale attività. Tutti gli appuntamenti sono confermati". Oggi è prevista l’inaugurazione della nuova ciclostazione di Forlì: mancherà perché – appunto – nello stesso orario è atteso per la risonanza. Mentre è già ufficiale che domenica sarà a Cervia alla festa della Lega, con la candidata governatrice Elena Ugolini e la ministra della disabilità Alessandra Locatelli.
Da un punto di vista sanitario, fonti a lui vicine assicurano che il male "è curabile o comunque, eventualmente, operabile". L’annuncio è arrivato prima di definire il percorso: la visita prevista oggi ha proprio la funzione di capire come procedere. "La nuova risonanza magnetica – ha spiegato ieri l’Ausl – si avvale dell’intelligenza artificiale, che fornisce immagini più nitide, con tempi di esecuzione molto ridotti".
Zattini è stato un carissimo amico di Dino Amadori, oncologo di fama mondiale che ha diretto l’Irst (istituto di ricerca scientifica sui tumori) proprio a Meldola, il paese d’origine di Zattini, dove è stato sindaco dal 2009 al 2019, prima di candidarsi e vincere a Forlì. Di Amadori – scomparso nel 2020 – Zattini conserva tuttora una foto in ufficio. Forse si sarà immaginato di parlarci, in queste ore. Una nuova sfida che va oltre la politica.