Cambiare il gruppo dirigente del Pd, il progetto di Bonaccini

Il presidente dell'Emilia-Romagna e candidato alla segreteria dei dem pensa di pescare a piene mani dagli enti locali per rilanciare il partito

Bologna, 29 novembre 2022 - Cambiare il gruppo dirigente del Pd, pescando a piene mani, per questa operazione, nella classe dirigente degli enti locali. Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna e candidato alla segreteria dei dem (finora l'unico insieme con Paola De Micheli) ha le idee chiare per il partito del futuro, al quale, dice lui, vuole evitare la condanna "all'irrilevanza, come è accaduto al Ps francese".

Stefano Bonaccini, Governatore dell'Emilia Romagna
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Bonaccini, ospite ieri sera al salotto di Patrizia Finucci Gallo all'hotel il Guercino di Bologna, è stato chiaro. "Il Pd non vince un'elezione politica da dieci anni pur avendo partecipato, per ragioni valide e necessarie, a quasi tutti i governi, stare all'opposizione ci farà bene. C'è un gruppo dirigente che è stato sconfitto e per gran parte è sempre quello da troppi anni. Niente di personale con nessuno, ma vi pare normale che nessun dirigente nazionale di livello sia stato candidato in un collegio uninominale per andare a prendere i voti uno a a uno? Se sei un leader devi dimostrarlo anche nel consenso - ha detto il governatore - . Ora serve una nuova stagione, bisogna metterci la faccia e andare a prendersi i voti uno per uno, non mettersi in posti sicuri dove ti eleggono a prescindere. Nei partiti attuali non ci sono più i funzionari, gli apparati... ma il Pd governa nella maggior parte degli enti locali italiani, per questo vorrei pescare a piene mani in una classe dirigente locale già pronta. Come Pd nazionale abbiamo tenuto in panchina troppi amministratori che hanno dimostrato di essere apprezzati dai loro cittadini".

Ribadito che il sindaco Matteo Lepore, che non ha ancora deciso chi appoggiare al congresso, "ha il diritto di schierarsi con chi gli pare, con lui stiamo lavorando bene come Regione", Bonaccini ha affrontato anche il tema della possibile candidatura di Elly Schlein e dell'ipotesi di un ticket. "Sono contento che abbia deciso di rientrare nel Pd, per rafforzare un partito che non è che gode di una salute straordinaria. Non ne parlerò mai male né mi permetto di chiederle di sostenere la mia candidatura solo perché ha lavorato come mia vicepresidente". Infine, il tema dell'autonomia differenziata e quello delle alleanze. Sull'autonomia Bonaccini ha detto che servono una serie di condizioni per farla, ovvero "definire bene i livelli essenziali delle prestazioni, coinvolgere il Parlamento, realizzare una legge quadro condivisa con tutte le Regioni, togliere dal tavolo il tema dei residui fiscali e levare la scuola dalle competenze che potrebbero finire in capo alle Regioni". Senza queste condizioni, "sono il primo a dire che non voglio l'autonomia differenziata, perché creerebbe più squilibri nel Paese".