"Discoteche trasformate in circoli privati. Così riapriamo, siamo allo stremo"

Indino, capo degli imprenditori del settore in Emilia Romagna, dopo le multe e gli stop a raffica. "Lì tutto è permesso e si balla ovunque: potremo essere in regola. A rischio un locale su due"

Gianni Indino, presidente del Silb (Sindacato italiano locali da ballo) Emilia Romagna

Gianni Indino, presidente del Silb (Sindacato italiano locali da ballo) Emilia Romagna

Rimini, 10 agosto 2021 - Sempre più discoteche chiuse e multate per violazione delle norme anti Covid. Ma dopo cinque giorni di stop riaprono tranquillamente. Come giudica il ’fenomeno’?

"Cinque giorni di chiusura nel mese di agosto sono una punizione pesantissima per i locali – attacca Gianni Indino, presidente del Silb ( Sindacato italiano locali da ballo) Emilia Romagna –. Non si pensi che tutto passa come acqua fresca". Forse il ’messaggio’ non è bellissimo comunque... "Come presidente del Silb non sono d’accordo con i comportamenti di alcuni imprenditori della notte: le regole si rispettano. Come collega dico che per loro è ormai diventata una questione di sopravvivenza". Lei ha dichiarato giorni fa che inizierete a restituire le licenze per riaprire come circoli privati: una semplice boutade? "La cosa è partita come provocazione. Ma oggi i nostri uffici si sono messi all’opera per valutare se esistono le condizioni per attuare realmente questa trasformazione, benefici e svantaggi". Prime impressioni? "Che ne valga la pena. Visto che ai circoli è permesso ballare, a noi no. E’ un salvacondotto per essere in regola". In sicurezza? "Da mesi chiediamo di poter far ballare chi ha il Green pass. Negli ultimi giorni sono stati chiusi locali che avevano fatto entrare solo persone col Green pass: irritante". Le regole attualmente sono queste. "E noi le contestiamo pesantemente. Dicendoci disponibili a controllare i Green pass e fare tamponi a chi ne è sprovvisto". Vengono alla luce anche discoteche abusive... "Non lo giustifico. Ma siamo allo stremo. Come paghi i debiti accumulati in due anni? Molti titolari sono disperati. Io non consiglio mai di aprire fuori dalle regole. Mi spieghino però perché lo Stato ha legalizzato l’abusivismo nel ballo. Noi siamo i cattivi, chi fa ballare migliaia di persone nelle piazze, nelle feste, attorno ai chiringuiti è a posto con tutto". Quanti locali da ballo rischiano di non riaprire mai più? "Su circa trecento locali in Emilia Romagna, centoventi dei quali sulla costa, il 30 per cento non riapriranno. Ma se continuiamo in questo modo arriveremo al cinquanta per cento di discoteche che saranno costrette a gettare la spugna". Quanto il fatturato andato perduto ad oggi, per le disco emiliane e romagnole? "Le nostre stime parlano di 120 milioni di euro di entrate ’dirette’, perse in un anno, che salgono a 200 milioni in venti mesi di chiusura forzata. Ciò senza considerare l’indotto, che porta tale somma a raddoppiare". Quanti i dipendenti del settore? "I dipendenti diretti sono circa 12.000. Anche qui si raddoppia con l’indotto: si sale a 25.000 persone tra lavoratori atipici, ballerine, vocalist, dj, grafici, musicisti, parcheggiatori pr, tecnici audio luci". Da mesi il Silb sta cercando di sbloccare la situazione. Avete altre proposte in carniere? "Riguardo il territorio riminese abbiamo proposto a più riprese, a tutti i tavoli istituzionali, di poter far riaprire al ballo una quindicina dei nostri locali più rappresentativi, su cinquanta complessivi. I locali top, i più famosi e attrattivi, che rappresentano un valore aggiunto anche per il turismo". Qualche nome? "Tra i tanti, Musica, Cocoricò, Altromondo, Villa delle Rose, Pascià, Bikini, Coconuts, Byblos".