Bologna, 12 aprile 2035 - “Come porre un freno agli affitti brevi e regolamentarli?”. Simona Larghetti, consigliera regionale di Alleanza Verdi Sinistra, introduce la domanda delle domande sul tema casa, quello a cui “siamo chiamati a dare una risposta”. Il tema emerge all’incontro, ‘Diritto all’abitante e affitti brevi: una visione regionale’, organizzato con Coalizione civica a Palazzo d’Accursio: dentro al calderone affitti brevi, emergenza abitativa, mercato della casa, overtourism, crescita demografica e altri nodi ormai intricatissimi sotto le Torri.

La Regione: nuova legge entro l’anno
“La Regione ha intenzione di fare in tempi brevi una legge che intervenga sulla materia e provi a risolvere la questione affitti brevi in maniera seria: l’obiettivo sarebbe avere una legge entro l’anno o comunque nei prossimi mesi - risponde Giovanni Paglia, assessore regionale alle Politiche abitative -. In questi giorni stiamo preparando una lista per raccogliere tutti gli stakeholders del settore, dai sindacati degli inquilini alle associazioni degli host, dai proprietari immobiliari agli altri attori, e metterli attorno a un tavolo per ascoltare quelle che sono le loro valutazione: pensate che serva una legge? Secondo noi sì. Tra Rimini e Piacenza non c’è solo una lunghezza geografica, ma tanti bisogni e necessità diversi, con distanze anche di comunicazione e di ruolo: vanno ottemperate in maniera diversa e solo l’ente locale può capire fino in fondo come agire”.
La ratio è proprio quella di capire come a livello regionale si possa affrontare l’emergenza abitativa, a fronte di “un impegno dei Comuni forte, ma con strumenti insufficienti” e di un apporto del Governo “inesistente”, con l’assenza di normative nazionali, senza un limite agli affitti brevi turistici e senza un piano strutturato”. Serve quindi un apporto consistente da parte di viale Aldo Moro, con politiche e interventi a livello regionale, su cui Avs e Coalizione civica “hanno alte aspettative”. Paglia solleva anche il tema della “rigenerazione turistica”, su cui bisogna intervenire perché non è slegato dall’emergenza abitativa.
“Speculazioni in atto”
“Non ci sono abbastanza case, quindi vediamo un grande fenomeno speculativo - prosegue Paglia -. Io credo che il nostro compito sia individuare attraverso diversi livelli istituzionali del territorio strumenti e interventi che ci consentano di allargare l’offerta di case in affitto e appartamenti con canoni compatibili con quelli che sono i redditi reali di oggi, perché ormai c’è un grosso squilibrio. Bisogna garantire un livello adeguato di case e non è facile: ci proveremo con un’altra serie di strumenti e come possiamo. Il tema degli affitti brevi è un grande tema che nasce da Bologna e si estende a tutte le città più significative lungo la Via Emilia e della Romagna, seppur con elementi di differenziazione”.

Larghetti: affitti bravi, elemento distorsivo
“Quando si parla di amministrare il territorio non si può prescindere dalle politiche per l’abitare - puntualizza Larghetti -. Ci aspettiamo che il governo locale faccia tutto quello che c’è da fare, ma ripetiamo spesso che va regolamentato l’elemento distorsivo affitti brevi, che non è l’unico, ma ha un forte impatto sulle città ad alta tensione abitativa. Come Avs in questo mandato continueremo a impegnarci sulle disuguaglianze come il diritto alla casa e la qualità di terra e aria”.
Il Comune di Bologna: serve piano nazionale
“Rispetto all’ultimo mandato c’è stata una inversione di rotta, un grosso scatto in avanti - sottolinea la vicesindaca Emily Clancy, con delega alla ‘Casa’ -. Dobbiamo agire su diverse strategie, qui ad esempio abbiamo dato vita alla Fondazione per l’abitare. È abbastanza? No, servirebbero un piano nazionale e un’altra ampia serie di strumenti, ma è importante mettere in campo tutte le iniziative che possiamo. Cerchiamo di dare a livello nazionale poteri ai comuni ad alta tensione abitativa per dire quante licenze si possono concedere per gli affitti brevi turistici, perché riconosciamo chi integra proprio reddito con un’entrata saltuaria, ma è in atto una distorsione del mercato da parte di chi possiede decine o centinaia di appartamenti, e sottrae case agli altri utenti, facendo attività imprenditoriale. Per non parlare del nero…”.
Case: le statistiche di Bologna
Clancy snocciola poi diverse statistiche che riguardano Bologna, dove su “220.000 appartamenti a uso residenziale, 65.000 sono destinati all’affitto”. Sono 15.000, invece, i locali sfitti. E se, a livello storico, in città “il 50% (circa 32.000, ndr) è sempre stato a canone concordato, oggi quel numero è sceso sotto 25.000”. Non solo: “Nello stesso periodo gli affitti brevi sono passati da 800 a quasi 6.000 - insiste Clancy -. Non viviamo ancora un fenomeno di overtourism, ma siamo esattamente al punto in cui possiamo ancora intervenire prima di arrivarci”. L’auspicio, quindi, resta quella di un intervento del Governo che fino a oggi è mancato e di un’azione diretta anche da parte della Regione.
Gli investimenti del Comune
“Il Comune spende una fortuna quando acquisisce o espropria dallo Stato intere aree dismesse per fare edilizia sociale - chiude la vicesindaca -: questo non dovrebbe essere un costo a carico dell’amministrazione comunale. Il solo intervento al Lazzaretto, dove ci saranno edilizia sociale e uno studentato pubblico, porta un debito di 50 milioni di euro: ci stiamo indebitando perché crediamo sia giusto farlo per tutelare diritto alla casa, ma agire da soli è molto complicato”.
Presenti all’incontro in Sala Imbeni anche Marzia De Donno (professore associata di Diritto Amministrativo dell'Università di Ferrara), Roberto Bin (ordinario di Diritto Costituzionale dell'Unifer), Fabio D'Alfonso (Pensare Urbano) e Janet Sanz (Barcelona En Comu), che ha portato nel dibattito l’esperienza del contesto europeo, catalano e spagnolo, oltre a sindacati, movimenti e associazioni di tutto il territorio metropolitano bolognese.