Caro energia, le aziende in Romagna spegneranno il riscaldamento

Sondaggio Confindustria sul caro energia: due imprese su tre abbasseranno i riscaldamenti o nemmeno li accenderanno

Forlì, 18 ottobre 2022 - Due aziende su tre rivedranno in aumento il listino prezzi e abbasseranno il riscaldamento sui luoghi di lavoro: sono le principali azioni che le imprese romagnole stanno mettendo in campo per fronteggiare il caro energia. È quanto emerge da un’indagine del centro studi di Confindustria Romagna condotta a metà ottobre tra gli associati delle tre province. Al sondaggio ha risposto un centinaio di attività di ogni settore e dimensione, che nel terzo trimestre del 2022 rispetto al medesimo periodo del 2021 ha subito in media un rincaro dei costi energetici del 185% e delle materie prime del 44%.

I forti rincari sul prezzo del gas costringono sempre più utenti a ridurre le spese
I forti rincari sul prezzo del gas costringono sempre più utenti a ridurre le spese

A fronte di ciò, il 69% dei rispondenti ha affermato che aggiornerà i propri prezzi di vendita – le ripercussioni sull’inflazione saranno perciò inevitabili – il 52% che interverrà sull’efficientamento energetico e il 14% che rafforzerà i rapporti tra le filiere (ai questionari si potevano dare risposte multiple).

Per quanto riguarda invece l’organizzazione interna del lavoro, quasi i due terzi delle imprese dichiara di aver ridotto o prevede di ridurre la temperatura in uffici e stabilimenti. Diverse aziende stanno inoltre rivedendo gli orari (10% del campione) e i turni (11%). A questo proposito anche il ricorso allo smart working, già testato durante la pandemia, viene ritenuto uno strumento valido (17%) insieme al monitoraggio degli sprechi (17%).

"Nelle risposte intravediamo, nonostante tutto, una nota positiva che prescinde dal contesto internazionale: fiducia nei collaboratori, rapporti consolidati con i clienti e i fornitori, ricerca e sviluppo di nuovi prodotti sostiene Roberto Bozzi, presidente di Confindustria Romagna – . Tutti elementi che fanno sì che le aziende non attendano solo interventi di aiuto esterno ma attingano a forze interne. Investimenti, innovazione e ricerca di personale qualificato rimangono parole chiave per i nostri imprenditori nonostante il momento complicato".

L’82% degli imprenditori intervistati dice che manterrà i programmi di investimento, una piccola parte modificherà i piani iniziali a favore di investimenti sull’autonomia energetica e le fonti rinnovabili, e solo il 5% non intende effettuare alcun investimento. Nelle aspettative per i prossimi mesi, ci si attende l’arrivo di regole di sistema che possano stabilizzare il mercato di energia e gas.